La seconda settimana del FIT Festival si apre martedì 4 ottobre con la prima assoluta di From Syria: is this a child? (ore 10, Teatro Foce, dai 12 anni), spettacolo di teatro documentario capace di parlare a tutte le generazioni. La storia vera di Giorgia, una bambina italiana che sta vivendo il dramma della separazione dei genitori, si incrocia alla storia vera di Edma, una giovane profuga e attivista siriana scappata dalla guerra che è in corso nel suo Paese da dieci anni.
Il programma prosegue mercoledì 5 ottobre con tre spettacoli per i più giovani. Il primo è Quadrotto, Tondino e la Luna (ore 09.30, Teatro Foce, dai 3 anni) di Fondazione TRG., spettacolo in quadri musicali sul tema della diversità, che racconta di un’amicizia costruita passo dopo passo, nell’incomprensione e nell’intesa. Il secondo è Le milieu (ore 17, Teatrostudio LAC, dai 6 anni – repliche il 6.10 alle 09.30 e 14), prima produzione originale per un pubblico giovane della coreografa svizzera Valentina Paley. Le milieu è un duetto cantato e danzato che narra la storia di un’amicizia tra un uccello e un fantasma, della loro gioiosa scoperta del mondo, delle loro paure e di come possono aiutarsi l’un l’altro. Infine, il terzo è Geh nicht in den Wald, im Wald ist der Wald (ore 20.30, Sala Teatro LAC, dagli 8 anni) performance di Tabea Martin che esplora i temi dell’esclusione, della discriminazione e del razzismo attraverso la danza e il linguaggio.
Venerdì 7 ottobre andrà poi in scena Ha Ha Ha (ore 14, Teatro Foce, dai 6 anni), con il danzatore e performer Tarek Halaby. Per il suo primo lavoro per un pubblico giovane, l’artista svizzera Eugénie Rebetez indaga la risata nella sua dimensione più intima e profonda, esplorando un linguaggio coreografico composto da emozioni e sensazioni piuttosto che da parole. Sarà poi la volta della giovane promessa svizzera Johanna Heusser con Dr Churz, Dr Schlungg und Dr Böös (ore 20.30, Teatrostudio LAC), lavoro in cui mette a confronto la pratica della lotta elvetica Schwingen con il conservatorismo della Svizzera, e che sarà seguito da un incontro dell’artista con il pubblico.
La regista e drammaturga cilena Manuela Infante, sabato 8 ottobre presenterà la prima nazionale di Cómo convertirse en piedra (ore 20.30, Sala Teatro, LAC). Proseguendo con l’esplorazione iniziata diversi anni fa, con Realismo e Estado Vegetal, Infante immagina un teatro non antropocentrico e non umanista, che contrasta con la nozione moderna di umanità come misura di tutte le cose. Al termine l’artista incontra il pubblico.
Domenica 9 ottobre ritorna Luminanza – Reattore per la drammaturgia contemporanea (ore 14-18.30, Studio Foce), che presenta cinque nuovi testi teatrali scritti da giovani autrici e autori Under 35 della Svizzera italiana, esito di un anno di formazione in scrittura drammaturgica. La seconda settimana si chiude con Bears (ore 20.30, Sala Teatro LAC) del collettivo olandese Wunderbaum, basato sul libro A Libertarian Walks into a Bear, che si interroga sull’utopia a partire dalla grande domanda: come la società definisce la libertà?