Quale la situazione attuale nel mercato del lavoro? Ne ha parlato Christian Marazzi della SUPSI al Summer Party di Hupac a Chiasso con l’intervento sulla digitalizzazione. La paura c’è sempre, ha commentato Marazzi. I primi circuiti informatici cominciarono negli anni ’50. Poi si è formulata la legge secondo cui la potenza raddoppia ogni 18-24 mesi e ora siamo arrivati a parlare di “Industria 4.0”. Un’evoluzione che, secondo i vari punti di vista, preoccupa o entusiasma perché implica una trasformazione del lavoro. Si stima che tra 10-15 anni il 40% delle attuali professioni saranno eliminati, tanto per intendersi. E tuttavia, oggi la disoccupazione non è mai stata così bassa, non solo in Svizzera, ma anche negli Usa, con un tasso di disoccupazione al 4%. Bisogna poi vedere quale occupazione, commenta Christian Marazzi. Più che i posti di lavoro, sono alcune funzioni che scompaiono. E i lavori sono appunto un insieme di funzioni. Per esempio, si stima che i radiologi possano scomparire. Oppure gli studi di analisi mediche, soppiantati dall’online. Bisogna dunque studiare radiologia ancora o i medici saranno soppiantati dagli algoritmi (le ricette applicabili ad hoc?). In effetti assistiamo ovunque all’applicazione di queste tecnologie. Cos’è dunque il lavoro? Bisogna ammettere che queste tecnologie “guadagnano tempo” che può essere speso in un miglior rapporto col cliente. È un’enorme sfida che va governata. Per esempio si stima che i computer nei prossimi tre anni sostituiranno 30 mila posti di lavoro in banca. Ma questi 30 mila posti andranno convertiti nei rapporti col cliente. Il tutto implica anche una sfida nella formazione e nella negoziazione col personale. Perché il robot è destinato a sostituire il lavoro, ma se ci si ferma qui, questo induce solo alla precarietà e a bassi salari. Da qui le proposte di “reddito di cittadinanza” per avere almeno una piattaforma di salvaguardia. Siamo sempre più “Uberizzati” in un certo senso e questo genera precarietà e opacità rispetto alle prospettive del futuro. In effetti sono enormemente aumentati i freelance nel mondo del lavoro. E la metà del tempo, la si passa a cercare lavoro. Certo, i computer liberano il tempo, ma vi è un problema di reddito: se questo non cresce o addirittura diminuisce, aumenta il rancore, così come le diseguaglianze sociali. In compenso diviene sempre più un’esigenza improcrastinabile la necessità l’aggiornamento professionale continuo. Il problema dunque è assicurare un reddito dignitoso e formare le competenze per dare all’uomo un lavoro dignitoso e conforme alla sua vocazione.
Corrado Bianchi Porro