Non mi sento così anziana, dispongo di un’auto e certi giorni mi pare perfino di essere in forma. Per la mia età, ovviamente. L’età, appunto: appartengo alla categoria degli anziani a cui da giorni le autorità raccomandano di starsene a casa. Finora la spesa era occasione di uscita e anche di incontri. Certi giorni era l’unica occasione.
Se fino a ieri i pensionati si allietavano con viaggi, gite, eventi, visite, be’, adesso non si può più. Neanche far la spesa. Il senso di responsabilità ci impone di proteggerci. Siamo la fascia a rischio. Se non per la propria salute, facciamolo per quella degli altri, per appiattire il picco, per evitare di sovraffollare ospedali già sovraccarichi.
State a casa. Se volete uscire ancora, state a casa ora. E la spesa, fatevela portare davanti alla porta.
E allora facciamo la spesa online. Saperlo fare può servire anche dopo, passata l’emergenza. La prima volta richiede un certo impegno, ma l’ordinazione si conclude con successo e perfino una certa soddisfazione.
In seconda battuta, la settimana seguente, quel sito risulta talmente intasato da scoraggiare chiunque. Inoltre la consegna è prevista per il mese seguente. Ahi ahi, già in casa mancano pane, burro, insalata… alimenti freschi, insomma.
Che fare? Tornerebbe la tentazione di provvedere da sé… ma no, meglio di no. Consapevolezza. Responsabilità.
Intanto in giro fioriscono giovanili proposte di solidarietà. Che bello.
Sul giornale sta scritto che, tra gli altri, a far la spesa per gli anziani si sono annunciati gli scout: a seconda della regione dove uno abita, c’è un numero di telefono.
Chiamo. M’informa una voce femminile e fresca. «Ce l’ha un computer?» Sì. «Allora basta che ci invia un mail con la lista della spesa, noi appena possibile facciamo gli acquisti, le telefoniamo per avvertirla, le diciamo quanto abbiamo speso e 5 minuti dopo siamo davanti alla sua porta con la roba. Lei nel frattempo può mettere l’importo in una busta nella sua bucalettere (dietro, insomma dove non ci vuole la chiave).»
«Be’, fantastico, siete degli angeli». «Siamo al servizio degli altri, normale per noi. Dove abita?». «In via TalDeiTali». »Oh, è un po’ fuori mano per noi… be’ forse però una soluzione si trova. Prepari la lista e le faremo sapere».
Una volta alla settimana… bisognerà pertanto fare una lista completa, non solo pane burro e insalata, insomma. Ed è meglio forse specificare la quantità, il tipo, la marca.
Scrivo un mail esaustivo e dettagliato.
Patate? Non basta: patate farinose, 2.5 kg, e da raclette, 1 kg; uova bio allevate al suolo e all’aperto, 10; Gruyère; ricarica sapone liquido Budget (già, occorreva decidersi per una delle due grandi catene di distribuzione); e avanti così.
Ringrazio, aggiungo il numero di telefono e invio.
Il giorno dopo ricevo un messaggio dalla municipale in carica: “Mi chiameresti?”
Sì, è vero, ci conosciamo da tempo, ma non ci frequentiamo – e ancor meno di questi tempi, ovvio.
Abita anche lei in via TalDeiTali.
La chiamo.
«Gli scout mi hanno passato la tua richiesta: sono la loro presidente e hanno visto che abitiamo nella stessa strada. Quale Gruyère preferisci?».
Elena Spoerl