In un giorno di calura, un facchino di Baghdad si sofferma, stanco del carico, davanti alla porta di un sontuoso palazzo e si lamenta della propria sfortuna e della disuguaglianza tra gli uomini. Il padrone di casa lo sente, lo invita ad entrare, lo sfama e inizia a narrare, in sette giorni consecutivi, la storia dei suoi sette meravigliosi viaggi, dei disagi e dei pericoli affrontati prima di raggiungere il tranquillo benessere di cui gode.
Giovedì 8 ottobre esce per Marietti 1820 l’edizione critica di Sindbad il marinaio, a cura di Aboubakr Chraïbi e Ulrich Marzolph, che narra vicende romanzesche che riverberano le esperienze dei viaggiatori e dei commercianti dell’alto Medioevo, all’epoca della grande floridezza commerciale di Baghdad. Il marinaio Sindbad è l’eroe di un ciclo di racconti leggendari di viaggi, inclusi nella raccolta novellistica araba delle Mille e una notte, che ha avuto notevole fama in Oriente e in Occidente.
Questo libro riproduce una traduzione inedita dall’arabo realizzata nel 1701 da François Pétis de La Croix, professore di Lingua araba al Collège de France, ritrovata alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera. Si tratta di una scoperta sorprendente perché è una versione che precede quella di Antoine Galland, finora considerato il primo traduttore delle novelle orientali. Gli autori della scoperta e curatori del volume, tradotto in italiano da Elena Muceni, sono Aboubakr Chraïbi, docente all’Inalco di Parigi, responsabile del progetto “Le Mille e una notte: fonti e funzioni nell’islam medievale arabo” dell’Agenzia nazionale della ricerca, e Ulrich Marzolph, professore di Studi islamici all’Università Georg-August di Gottinga, in Germania. François Pétis de La Croix si è servito di un manoscritto arabo datato, secondo quanto riporta la traduzione, venerdì 17 giugno 1672. La scoperta è dunque importante non solo perché rappresenta, insieme a quella di Galland, una testimonianza storica rilevante dell’impatto del racconto orientale, ma anche perché menziona chiaramente la data del manoscritto arabo su cui è basata, uno dei più antichi dei racconti di Sindbad.