Sabato 16 febbraio alle ore 17 avrà luogo negli spazi della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano l’inaugurazione di una mostra documentaria “La voce del silenzio” dedicata ad Arturo Martini. Interverranno Maria Gioia Tavoni (storica del libro), Edoardo Fontana (xilografo e collezionista), Vittorio Lega (Fratelli Lega Editori), Lucio Passerini (artista e tipografo).
Nel 1918, sul finire della Grande Guerra, Arturo Martini, uno dei maggiori scultori italiani del Novecento, pubblicava presso Fratelli Lega Editori di Faenza un libricino di xilografie, quasi privo di parole, che diede luogo negli anni a molteplici interpretazioni. Della prima edizione di quest’opera esistono oggi soltanto un paio di esemplari.
A un secolo di distanza dalla editio princeps, Maria Gioia Tavoni ha pubblicato, sempre da Fratelli Lega Editori, il saggio Riproporre il ‘silenzio’ per le “Contemplazioni” di Arturo Martini, in cui ripercorre la vicenda di questo ‘incunabolo della modernità’ e delle diverse interpretazioni date al suo ‘silenzio’.
Come scrive la curatrice del volume, Maria Gioia Tavoni, “Voce e silenzio sono parole di profonda polifonia semantica”. “Con voce, parola affiancata al percorso della mostra e al saggio che si presenterà la sera, ho inteso indicare i passi da me compiuti per giungere allo scioglimento di alcuni nodi addensatisi all’interno di studi dove il minuscolo libretto Contemplazioni di Arturo Martini, da vari critici ritenuto il massimo scultore del Novecento non solo italiano, era tuttavia marginale e a volte sviante rispetto all’esegesi della sua produzione artistica”.
“Il mio obiettivo era di pervenire, con una conoscenza più approfondita, a risultati critici bio-bibliografici nuovi sfatando molti errori grazie alla rigorosa analisi soprattutto di fonti primarie, compresa la collazione delle diverse edizioni di Contemplazioni. Cercare di entrare in un argomento già passato al vaglio e trarne nuove suggestive interpretazioni, ha significato pertanto percorrere numerosissime piste, coniugandole a nuovi interrogativi e squarciando i veli di una pubblicazione giocata su molti registri, compresa la meditazione spirituale dell’artista”.
“Oltre ai risultati cui sono pervenuta nella mia trattazione, altre ipotesi soprattutto biografiche sono ora possibili grazie al ricorso a fonti rinvenute dopo la pubblicazione del mio lavoro o apparse in testi dati alle stampe di recente”.
“Una ricerca non costituisce mai un approdo definitivo: si aprono o si schiudono spesso altri spazi, viottoli da continuare a percorrere per raggiungere nuove mete, nuovi orizzonti. La ricerca è sempre in itinere.”