«Il mondo ignorava la loro esistenza. Loro ignoravano l’esistenza del mondo. Fino al XIX secolo sono vissuti nell’autarchia, senza conoscere la scrittura né il denaro, senza gerarchie né leggi»
L’addio a Saint-Kilda, il romanzo del giornalista e critico letterario Éric Bulliard, edito da 21lettere, è in uscita domani, giovedì 10 settembre 2020. Con questo libro lo storico giornalista della testata La Gruyère di Friburgo ha vinto i premi letterari Edouard Rod (2017), SPG (2018) e quello della Fondazione Régis de Courten (2019).
Il romanzo di Éric Bulliard ricostruisce le incredibili vicende di Saint-Kilda, l’arcipelago scozzese isolato nell’Oceano Atlantico settentrionale, abitato fino al 1930, quando i suoi ultimi trentasei abitanti chiedono di essere evacuati nella vicina Scozia. L’addio a Saint-Kilda è anche il racconto di una fase incontaminata in cui la comunità è tutto: è una riflessione sull’intima connessione tra comunità e individuo, quando poi, a un certo punto, a deviare la strada e incrinare i rapporti, prima ancora del denaro, compare il desiderio. Gli abitanti di Saint-Kilda non sono mai stati più di qualche decina, forse un massimo di centocinquanta nel XVIII secolo. Fino al XIX secolo non avevano visto traccia di scrittura. Si dedicavano alla caccia agli uccelli, raramente alla pesca, un po’ di agricoltura e di allevamento. Una civiltà sbarcata su questo pezzo di terra non si sa né quando né come, una sorta di utopia o di ultima traccia di Atlantide che vive in un «angolo di natura intatta abitata dalla notte dei tempi e preservata dai misfatti della civilizzazione». Una civiltà che sembra legata più alla favola che alla realtà al punto che i britannici vogliono andare a vedere con i loro occhi questi confini che hanno avuto il tempo di diventare mitici.