Domenica 13 ottobre 2019 il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto inaugura la stagione espositiva autunnale presentando una ricca selezione di opere provenienti dalla Collezione Jeffrey Montgomery, internazionalmente nota per essere una delle più importanti raccolte di artigianato artistico giapponese.
La mostra Giappone. L’arte nel quotidiano, curata da Gianna A. Mina insieme a Rossella Menegazzo e Hans Bjarne Thomsen, presenta al pubblico oltre duecento opere appartenenti alla Collezione Jeffrey Montgomery, tra le più importanti raccolte di artigianato artistico giapponese al di fuori del Paese del Sol Levante. Con passione e dedizione il collezionista svizzero-americano Jeffrey Montgomery, residente in Ticino, ha costituito sull’arco di oltre cinquant’anni una straordinaria raccolta di manufatti unica nel suo genere per varietà e qualità, oltre che per l’estensione temporale che copre più di due millenni.
Il termine mingei, ripreso nel titolo della mostra, liberamente traducibile con “arte e artigianato popolari”, fu coniato in Giappone nel 1925 dal critico d’arte e filosofo Sōetsu Yanagi (1889-1961) per definire oggetti di uso quotidiano, realizzati a mano da anonimi artigiani, di solito in grandi quantità, ed emblematici delle aree geografiche di provenienza. Si trattava dunque di articoli di massa e, all’epoca della loro fabbricazione, di prezzo contenuto, prodotti tuttavia secondo tradizione e utilizzando materiali e tecniche tramandate e interpretate.
La mostra rivela aspetti di un Giappone cui non siamo abituati, in cui una bellezza silenziosa, indotta dall’uso, riempie la vita quotidiana. Si potranno vedere oggetti connessi alla società giapponese, e che possono essere ricondotti agli ideali mingei: ceramiche per gli usi più disparati, utensili da cucina, figure beneaguranti e religiose, futonji e kimono oltre a rappresentazioni di animali tipici della cultura giapponese, conosciuti oggi attraverso la cultura dei manga o dei disegni animati. La presentazione dei manufatti, in gran parte inediti in un museo di arte (che è un’istituzione ben lontana da qualunque intento etnografico), ne esalta l’aspetto formale ed estetico, ignoto o poco conosciuto al pubblico europeo. A questo viene infatti offerta una nozione selettiva dell’arte giapponese, mediata in anni recenti da esposizioni incentrate su espressioni artistiche “alte”, di straordinario virtuosismo e perfezione, prodotte per circoli aristocratici o per un’esportazione mirata a collezionisti raffinati.
I manufatti in mostra, realizzati con differenti tecniche e materiali diversi – ceramica invetriata, legno, lacca, tessuto, bambù – sono presentati secondo criteri tematici nelle sale al primo piano, oltre che in alcuni ambienti situati al pianterreno della casa-museo, in un inedito e allo stesso tempo stimolante dialogo con le opere appartenenti alla collezione della famiglia Vela.
Le varie tipologie di oggetti sono illustrate in un articolato e ragionato percorso nel quale funzione e valenza estetica si fondono con esiti di indubbio interesse. È precisamente nella varietà di materiali, colori e impiego degli oggetti raccolti che è insito il fascino della Collezione Jeffrey Montgomery. È infatti costituita con il piacere di riunire con un insieme organico oggetti diversi per storia e destinazione, ma allo stesso tempo nell’intento di acquisire, valorizzare e contribuire a rinnovare una tradizione secolare, dando così di nuovo senso al rapporto uomo-manufatto e nel frattempo stimolare in coloro che ne fruiscono riflessioni su un diverso canone di giudizio.
È questo un approccio all’argomento che rispecchia tematiche care al Museo Vincenzo Vela, un’istituzione federale che in molte occasioni negli ultimi trent’anni ha proposto mostre dedicate a concetti quali lo sconfinamento delle categorie (nel caso specifico, tra folclore, arte e design contemporaneo) e delle definizioni (identitarie, gerarchiche e pubbliche) in ambito culturale, dedicando mostre a forme di arte molto lontane (quali, ad esempio, l’arte egizia letta attraverso la grande letteratura e il collezionismo europei) o a forme espressive confinate in un non ben specificato ambito delle arti applicate.
Per l’occasione il Museo pubblica un catalogo che sarà disponibile e presentato in occasione del Simposio di studi Riconsiderando il Mingei (25-26 ottobre 2019). Riccamente illustrato, in edizione italiana e inglese, presenta testi dei curatori oltre che di altri studiosi del campo.
La mostra è accompagnata da una serie di attività ed eventi collaterali raccolti sotto il titolo “Relazioni. Incontri di altro tipo”, nonché da un convegno organizzato in collaborazione con le Università di Zurigo e di Milano, che offrirà l’opportunità di riflettere sul concetto di Mingei nei suoi complicati risvolti e alla luce delle più recenti ricerche in proposito.
L’esposizione come evidenziato in conferenza stampa è caratterizzata da tre colori principali: viola, verde e giallo. Viola è il colore della trascendenza, verde quello della filosofia zen e giallo è quello della luce. È importante sottolineare che tra le tante peculiarità della mostra è da menzionare anche il fatto che il grande stendardo in una delle sale è esposto per la prima volta in assoluto.
La mostra resterà aperta da domenica 13 ottobre 2019 all’8 marzo 2020.
Il Museo Vela è aperto tutti i giorni dal martedì al sabato dalle 10 alle 17 e tutte le domeniche dalle 10 alle 18. È chiuso il lunedì. Martedì 22 ottobre chiusura straordinaria per revisioni tecniche. Riapertura al pubblico mercoledì 23 ottobre alle ore 10.
Per ulteriori dettagli si rimanda al sito ufficiale del museo Vela:
Museo Vincenzo Vela
Largo Vincenzo Vela
6853 Ligornetto
Telefono: 0041/91 647 32 41
Informazioni:
Telefono 0041/58 481 30 44/40