Un territorio non può prescindere dal teatro per definirsi. È da questa consapevolezza che parte il Teatro Sociale di Bellinzona, presentando la sua nuova stagione teatrale. “Non possiamo, come Municipio, che esprimere grande soddisfazione rispetto al programma per la nuova stagione”, esordisce in conferenza stampa Roberto Malacrida, Capo del Dicastero cultura e scuola della Città di Bellinzona. “Anche per questo non meno importante è stata l’approvazione nel giugno scorso da parte del Consiglio comunale di Bellinzona del nuovo mandato di prestazione fra la Città e l’Ente autonomo Bellinzona Teatro, un mandato che crea basi più solide per il vostro lavoro”. Malacrida ricorda inoltre che il Teatro Sociale da quest’anno è membro dell’Unione dei Teatri Svizzeri; per il 2020 è inoltre atteso il nuovo spazio teatrale di Giubiasco, “uno spazio all’avanguardia nella rappresentazione scenica, che permetterà di variare ulteriormente il programma, e di dedicarsi maggiormente a produzioni e coproduzioni”, ricorda il municipale. Così, il Teatro Sociale, come “teatro svizzero di lingua italiana”, spesso erroneamente identificato come “teatro italiano all’estero”, invece dimostra la sua forte appartenenza culturale al territorio ticinese.
Un Teatro svizzero di lingua italiana
E ricco, ricchissimo si presenta il programma 2019/2020. 51 appuntamenti fra spettacoli teatrali e concerti per 72 giornate di programmazione, tra cui 5 prime assolute di spettacoli creati nella Svizzera italiana. “È una stagione importante – ha ribadito il direttore Gianfranco Helbling – per il Teatro Sociale Bellinzona. Essa ci permetterà infatti di lavorare con ancor più convinzione alla concretizzazione della nostra idea di un teatro svizzero di lingua italiana. Questa definizione parrebbe scontata, ma non lo è. In passato infatti i teatri ticinesi hanno spesso concentrato la loro attenzione quasi esclusivamente sull’appartenenza del nostro territorio alla cultura italiana: che è importante, ma che non basta a definire l’identità dei ticinesi, che è determinata anche dal nostro essere svizzeri, dal partecipare cioè ad un comune spazio identitario che è naturale, sociale, politico ed economico sì, ma anche culturale”.
“Essere un teatro svizzero di lingua italiana è un processo continuo che passa in primo luogo attraverso le nostre produzioni: saranno ben quattro quelle che vi proporremo in questa stagione. Pur nella diversità di dimensioni, di obiettivi e di temi trattati, sempre le nostre produzioni hanno in comune una forte relazione con il territorio di riferimento del nostro teatro. Che si declina in due modi: da un lato con scelte tematiche che coinvolgono e interrogano direttamente il nostro pubblico, dall’altro con il prioritario e convinto ricorso ad autori, registi, attori e tecnici del territorio”.
Le rassegne tematiche
Il filo conduttore, anche quest’anno, sarà l’attualità. Per questo, per la prima volta, il Teatro Sociale propone anche delle rassegne tematiche. Con “Love me Gender”, rassegna articolata attorno ai nuclei tematici dei rapporti fra i sessi, delle lotte contro la discriminazione sessuale e della ridefinizione delle identità di genere, troviamo innanzitutto delle figure femminili della storia del teatro che sono diventate degli archetipi, dalla Madre Courage di Bertolt Brecht (16 e 17 ottobre) alla Locandiera di Carlo Goldoni (12 e 13 dicembre), fino alla shakespeariana Lady Macbeth in “Lady Shakespeare”(12 ottobre). Ci sono poi figure reali di donne che a modo loro hanno cercato un posto nella società a dispetto dei pregiudizi dell’epoca in cui vivevano, come la pioniera del diritto in Svizzera Emilie Kempin-Spyri (18 ottobre), l’autrice di “Frankenstein” Mary Shelley (25 marzo) o la lunga galleria di donne eccezionali ritratte da Lella Costa in “Se non posso ballare…” (28 e 29 gennaio). Ma ci sono anche donne che semplicemente volevano essere più libere dai condizionamenti sociali come Rosa Vercesi (22 gennaio) o Annemarie Schwarzenbach e Ella Maillart la cui avventura è raccontata in “A briglia sciolta”(23 aprile), o uomini assurti a icone della libertà di genere, come quel Freddie Mercury riportato in scena con “Queenmania Rhapsody” (19 ottobre) e Klaus Nomi (8 aprile). C’è poi un originale caso giudiziario che fa riflettere sulla mercificazione del proprio corpo (“Tutto quello che volevo”, 15 gennaio) per concludere con l’alter ego di Cezary Tomaszewski che (finalmente!) si chiede se non sia giunto il momento di ridefinire anche l’identità maschile (“Cezary va alla guerra”, 19 novembre).
Fari puntati sulla Polonia, su Volterra…e sui Baccalà
Accanto a “Love Me Gender” la stagione ’19-’20 del Teatro Sociale Bellinzona si caratterizza per tre altri accenti tematici particolarmente significativi. Il primo è “Focus Polonia”, una rassegna organizzata in collaborazione con il festival basilese Culturescapes e con il Circolo del Cinema di Bellinzona da inizio ottobre a metà novembre. Nell’ambito di questo focus il Teatro Sociale ospita due eventi. “Chopin –Tutti i Notturni” (7 novembre) è l’esecuzione integrale dei celebri brani notturni per pianoforte che il compositore polacco scrisse durante tutto il corso della sua vita. Con “Cezary va alla guerra” di Cezary Tomaszewski (19 novembre) il Teatro Sociale ospita invece la Komuna Warszawa, una delle realtà più interessanti del teatro indipendente polacco contemporaneo. “Focus Polonia” si completa sul fronte del cinema con la proiezione di tre film di Pawel Pawlikowski e del celeberrimo “Decalogo” di Krzysztof Kieslowski.
Un secondo focus tematico è quello che, a inizio febbraio, verrà dedicato alla compagnia ticinese Baccalà di Simone Fassari e Camilla Pessi, che nel 2020 festeggiano i dieci anni di vita e di successi in tutto il mondo. Il 5 febbraio ne verrà riproposto il primo spettacolo “Pss Pss”, finora rappresentato oltre 800 volte nei 5 continenti. A Simone Fassari e Camilla Pessi è stata offerta una carta bianca con la quale invitare un artista che sia per loro particolarmente significativo: ecco perché il 6 e il 7 febbraio il Teatro Sociale ospiterà Paolo Nani con il suo celeberrimo one-man-show senza parole “La lettera”.
Di particolare rilievo è il terzo focus tematico, programmato per metà febbraio. Esso porta per la prima volta in Ticino il lavoro della Compagnia della Fortezza di Volterra, attiva da 30 anni nel carcere di massima sicurezza della cittadina toscana, un’esperienza teatrale unica nel suo genere per il rigore che la caratterizza e che con la guida del suo fondatore e regista Armando Punzo ha raggiunto esiti qualitativi di assoluto valore. Il 13 febbraio viene proiettato il film di Domenico Iannacone “Anime salve”, a cui fa seguito un incontro pubblico con lo stesso Punzo. Il 14 febbraio poi Armando Punzo e il drammaturgo musicale della Compagnia Andrea Salvadori portano in scena il concerto-spettacolo “Il Figlio della Tempesta”, creato proprio per i 30 anni di questa straordinaria esperienza. Infine il 15 e il 16 febbraio Armando Punzo tiene un laboratorio teatrale intensivo sul suo metodo di lavoro.
La spina dorsale della stagione del Teatro Sociale Bellinzona è tuttavia costituita come sempre dalla rassegna in abbonamento “Chi è di scena”, dedicata alla prosa, mentre anche la rassegna di teatro comico in abbonamento “com.x” porterà sul palco del Teatro Sociale Bellinzona alcuni interpreti molto amati dal pubblico, veri maestri della comicità teatrale di qualità, come la compagnia ticinese Baccalà.
Per la rassegna “Narrazioni”, spiccano inoltre le nuove produzioni di Margherita Saltamacchia e Flavio Stroppini, presenti in conferenza stampa. Saltamacchia, con “Il dolore” debutterà il 26 gennaio; Stroppini con “Olocene” di Max Frisch inaugurerà invece con una prima assoluta il 4 giugno il nuovo teatro di Giubiasco. La Saltamacchia ripropone anche “Il fondo del sacco” (8 e 9 novembre). Inoltre torna in scena il grande successo della scorsa stagione, “Tell”, sempre di Stroppini e Monica De Benedictis. (14 novembre).
“Con Il fondo del Sacco – spiega Saltamacchia – ho debuttato l’anno scorso a Cevio, in occasione dell’anno martiniano, iniziato nell’ottobre del 2017. Avevo diviso il testo di Martini in tre serate, proponendo al pubblico di seguirci per tre appuntamenti di seguito e ritrovarsi per tre sere di fila ad ascoltare una parte del romanzo. L’operazione è perfettamente riuscita e animati da questa fiducia del pubblico, ho deciso di ricavarvi ora uno spettacolo per il Teatro Sociale”. In occasione della Giornata della Memoria, invece, Margherita riprenderà il diario della scrittrice Marguerite Durase, un diario “che Marguerite ha scritto nelle settimane precedenti il ritorno del marito dal campo di concentramento, dunque un testo radicato nella speranza, ma anche tragica rappresentazione della guerra”. Inoltre, Saltamacchia si dedicherà a Frankestein, teatro di narrazione: “È la storia di un uomo che richiede di essere amato dal suo creatore; tutto questo grido, questi interrogativi erano quelli dell’autrice. Il testo è dunque una sorta di strana trasposizione del cuore pieno di domande dell’autrice, che ha usato questa storia per tirare fuori tutto il suo passato di orfana dopo 10 giorni, abbandonata dal padre perché innamorata dell’uomo sbagliato”.
Flavio Stroppini, invece, apre con Frisch: “Ci interessava con il nostro lavoro andare in profondità, sia rispetto al tema del territorio, ma ancora di più dell’identità, lì dove l’uomo si confronta con le domande più classiche. Il libro di Frisch, da cui siamo partiti, è un testo abbastanza stravagante, che va contro ogni legge della narrazione, un grande elenco di quello che succede ad un uomo che un certo giorno si chiede “come lottare per cercare di resistere al tempo”; la risposta la trova nella memoria, cerca di capire da dove viene e cosa sa. Ne risulta un libro che è un’accozzaglia di appunti, ritagli, elenchi su quello che è l’uomo al giorno d’oggi. Un libro e una pièce, dunque, molto contemporanei”. Ma la messinscena sarà diversa rispetto ai classici spettacoli anche per un altro motivo: “Abbiamo ragionato a partire dal nuovo spazio teatrale di Giubiasco, che funzionerà in maniera diversa e che permetterà di sperimentare in modo diverso la messinscena; richiede canoni diversi di pubblico, ha una trasversalità diversa. Per cui offriremo uno spettacolo 360 gradi; tutto sarà all’interno della scena stessa e il pubblico sarà nel bel mezzo della scena, secondo il modello di uno spazio unificato”. Stroppini è presente in cartellone anche con la riproposizione di “Tell” e il radiogramma, adattato al teatro, “Sempre con noi”.
La prevendita dei biglietti è aperta da oggi, martedì 24 settembre. Ulteriori informazioni su www.teatrosociale.ch.
Laura Quadri