Una giara e due ragazze in copertina, è il “manifesto” del nuovo romanzo che Maria Rosaria Valentini ha presentato ieri, nello spazio intimo della Libreria del Tempo di Savosa a colloquio con Antonella Volonterio. L’autrice di Eppure osarono (Francesco Brioschi Editore) ha raccontato il “dietro le quinte” dell’opera, come è nata questa altra necessità di scrittura, la ricerca che l’ha preceduta, il tornare ai luoghi dell’infanzia, la Valle di Comino, in Ciociaria. All’inizio c’è il rapporto con la sua traduttrice di Magnifica in francese, Lise Caillat che la “costrinse” a selezionare dei testi poetici trovati in un cassetto ed un riferimento alle rondini: Una rondine non fa primavera. Due sì (la raccolta è poi uscita nel 2019 con il titolo E il sonno non ha buio). A questo episodio si lega la cartolina ricevuta da Grenoble che riproduceva un’opera del pittore Ernest Hébert, Les filles d’Alvito: Valentini si è recata persino a visitare la sua casa-museo.
Da una concatenazione di eventi è scaturito un mondo di memoria da recuperare con urgenza, una storia meno nota di emigrazione. I giovani aspiranti modelle e modelli che, nell’800, lasciavano i luoghi d’origine per cercare fortuna a Roma, Parigi, Londra. Come le portatrici d’acqua protagoniste del libro, amiche unite da un legame profondo, Lia e Lucietta. Un percorso anche di crescita e d’iniziazione, nel diventare grandi, nell’essere innamorate di una idea dell’amore, la scoperta del corpo, della sensualità, l’indipendenza. A loro due si aggiungerà Severino.
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