Vacanza vuol dire viaggio e visto che se ne occupava il programma della RSI in onda su LA1 il sabato sera, ho deciso di guardare la trasmissione intitolata La moda delle vacanze, anche se in ritardo ma del resto play serve proprio a questo, al recupero di programmi, sebbene in questo caso non sarebbe stata grave (come perdita, dico) però curiosa come sono ho voluto affondare il coltello nella piaga… “Lo spettacolo dei libri”, si sottotitola, e già l’idea di trasformare anche la promozione della lettura per renderla accattivante (ci hanno provato in molti) è fallimentare perché chi è interessato veramente ai libri ha altre vie più serie di conoscenza e chi non è interessato non lo sarà mai per questa strada: a forza di sovraccaricare di spettacolarizzazione, come in questo caso, non si capisce neppure di quale opera si stia parlando, della sua struttura, dei suoi contenuti. Io sono rimasta ferma alla copertina.
L’intento è di fare un’operazione “demenziale”, chiassosa e delirante, su un modello “arboriano” senza averne né lo stile né il garbo… Anzi, si viaggia in un clima da discoteca, misto di kitsch e volgarità.
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