«1. In viaggio bisogna perdere tempo, mai avere un programma rigido e dettagliato, meglio andare a zonzo. Seguire una suggestione, farsi stupire, smarrirsi.
2. Devi passeggiare e curiosare come se tu avessi tutto il tempo del mondo.
3. Ogni volta che perdi un treno, un autobus, non c’è la tua stanza nell’albergo o il museo è chiuso, non irritarti ma cogli al volo l’imprevisto, trasformalo in una opportunità per scoprire qualcosa di inatteso e sconosciuto.
4. Non esistono mete, esistono viaggi, perché la strada si trova perdendosi.
5. Non esistono “le cinque cose che devono essere viste”, esistono le tue cinque cose, ma le saprai soltanto quando sarai ripartito».
Ho letto queste osservazioni, che sottoscrivo pienamente, in un capitolo del libro di racconti, che fa parte della terna finalista al Premio Chiara (annuncio in ottobre), Una volta sola – Storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere (Mondadori) del giornalista e scrittore Mario Calabresi.
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