Lutto

Liberi non sempre ma chiamati alla responsabilità: addio a Paolo Ricca

Addio a Paolo Ricca*, 88 anni. Pastore e pioniere del dialogo ecumenico.

La libertà non sempre è nelle mani dell’uomo, come la storia insegna. L’Occidente è quello che ha fatto di più per la libertà: ma si è anche distinto nel soffocare quella altrui. Il rapporto con la libertà nei greci, nella Bibbia, poi con il cristianesimo. La responsabilità riguarda tutti, anche in sua mancanza. Se non fossimo liberi, la responsabilità può costarci di più, ma assume anche un maggior valore.

La morale, tanto quella pubblica che quella privata, ha conosciuto negli ultimi tempi un crescendo di acrobazie interpretative. La libertà è una di quelle condizioni di cui non si può capire fino in fondo la natura. Non possiamo vivere senza libertà, ma quando l’abbiamo è una realtà difficile da gestire e mantenere. È insopprimibile, ma sappiamo bene quanto è difficile dare contenuti alla libertà. E poi gli abusi: pensiamo soltanto al nazismo e al folle delirio del “lavoro che rende liberi” scritto all’entrata dei campi di sterminio. Nella prima metà del Novecento abbiamo avuto una fuga dalla realtà con sei regimi fascisti e dittature comuniste in Europa. Nella Bibbia c’è la parabola straordinaria di Dio che libera gli ebrei dall’Egitto, casa di servitù e manda verso la terra promessa. Nel deserto, ritrovata la libertà ma confrontato con la fame, il popolo chiede di tornare in Egitto per il pane: meglio il pane senza libertà che la libertà senza il pane…

Quando perdessimo la libertà – è provato dalla storia – faremmo di tutto per conquistarla. Dante, in maniera sublime, scrive: «(libertà) ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta» (Catone è colui che “vita rifiuta” per la libertà e Dante lo mette nel Purgatorio anche se suicida; Virgilio lo pone come custode dei Campi Elisi). La libertà è più preziosa della vita stessa: per la libertà la storia registra il più alto numero di martiri. L’Occidente, il bacino storico di cui facciamo parte, è quello che ha fatto di più per la libertà (ma ha fatto molto anche per soffocare quella di altri). Grecia e Bibbia sono genitori dell’Occidente. La Grecia considera la libertà del cittadino: sei libero se sei nella “polis”; per essere libero devi avere almeno uno schiavo che non può essere nella “polis”. La libertà allora era intesa come condizione per procurarsi cibo con il lavoro manuale: e la libertà è resa possibile dalla schiavitù di altri. Nella Bibbia, Dio libera lo schiavo. Chiama come suo un popolo di schiavi. Non c’è solo il faraone visibile sul trono come liberticida, ci sono altri faraoni invisibili, gli idoli, quelli che non essendo Dio, ne prendono il posto. Idoli anche dentro noi. Dio libera dal faraone visibile e dagli invisibili, perché Dio è libertà e la sua essenza è di liberare. La libertà lambisce il mistero perché ha a che fare con Dio.

Libertà e cristianesimo

Il cristianesimo, come l’ebraismo, avrebbe dovuto essere la religione della libertà. «Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi… Siamo stati chiamati alla libertà». Se fosse stato fedele alle premesse, il cristianesimo doveva essere portatore di libertà, che invece è stata inghiottita spesso dall’obbedienza. Il superiore rappresenta l’autorità di Dio. Dopo Paolo non si è più parlato della libertà cristiana. Nel Medio Evo si parla della libertà della Chiesa rispetto a quella imperiale.

Nel DNA del cristiano la libertà si accompagna all’obbedienza.

  • Lutero dopo 1500 anni ha risuscitato la libertà, ma non fu a sua volta esente da contraddizioni.
  • Nel Seicento abbiamo un’esplosione di modernità, con una rivoluzione in nome della libertà, spesso senza o contro la Chiesa.
  • Un secolo dopo, con la rivoluzione americana abbiamo il proclama dell’uomo che nasce libero (1760). Siamo a un capovolgimento totale della libertà. Lo Stato non dà e non deve dare, ma solo riconoscere la libertà, che è un diritto innato e come tale va conquistato: proviamo a pensare cosa significa tutto ciò in una società schiavista (siamo nella Virginia).
  • Dal 14 luglio 1789 (scoppio della Rivoluzione francese) e con l’Ottocento si entra nel secolo delle rivoluzioni liberali con il passaggio dalle monarchie assolute alle Costituzioni sopra il re.
  • Il Novecento comincia con la Rivoluzione d’Ottobre. Per la prima volta nella storia si proclama che non c’è vera libertà se non c’è affrancamento dal bisogno. Il proletariato sarà poi tradito.
  • Matura intanto la rivoluzione delle donne, l’unica senza spargimento di sangue. Le donne hanno fatto miracoli aprendo la strada alla liberazione dei popoli coloniali.

La libertà è un processo inarrestabile e incompiuto. La fede libera perché Cristo prende su di sé i nostri peccati. Libertà è amare, perché quando ami sei libero da te stesso. La libertà deve diventare una forza critica, lievito di coscienza dentro la società.

I diversi gradi della responsabilità

E qui si arriva alla responsabilità. Siamo tutti responsabili senza eccezioni, salvo l’alienato che non sa ciò che fa. Sono diversi i gradi: l’insegnante è più responsabile dell’alunno; il medico più del paziente; l’adulto più del ragazzo; il capitano più del soldato. Responsabilità deriva dal verbo rispondere. Tutti debbono rispondere, come Adamo che risponde a Dio. La responsabilità è congenita nella condizione umana, anche in chi la rifiuta o la nega. Dobbiamo dunque “rispondere”: ma davanti a chi? Innanzi tutto a Dio, perché Dio è parola, è una libertà che parla: per questo ha dotato l’uomo della parola e dobbiamo risponderne. Noi parliamo: è la rivelazione del nostro compito di rispondere. Proprio perché liberi di rispondere, abbiamo la tendenza a scaricare sugli altri la nostra responsabilità. È sempre un altro che deve rispondere. Siamo responsabili anche davanti alla nostra coscienza, che è il luogo profondo della nostra identità. Siamo responsabili davanti a noi, ma siamo anche portati a distanziarci da noi stessi, dall’interesse, dall’istinto, dalla ragione, dal sentimento. Che cosa sceglieremmo? Quale io governa le nostre scelte?

Davanti al tema della coerenza

E qui ci ritroviamo davanti al tema della coerenza: cosa facciamo, pensiamo, diciamo? Coerenza significa non essere dissociati da noi stessi, doppi, tripli, opportunisti, ambigui, inclini al compromesso… La coerenza coincide con la trasparenza della nostra vita. Siamo responsabili anche di fronte alla comunità civile, religiosa, in un’associazione… La responsabilità va vissuta come fatto sociale e non solo individuale. Siamo responsabili di tutto. La nostra generazione si è accorta finalmente che lo stesso clima nei suoi mutamenti dipende in parte da noi. Siamo responsabili di Dio davanti al mondo: responsabili della fede, della speranza, dell’amore. E siamo responsabili del mondo davanti a Dio per le disuguaglianze, le ingiustizie, i soprusi, gli orrori… Che rapporto corre tra libertà e responsabilità? Siamo liberi per essere responsabili, ma siamo responsabili anche se non fossimo liberi. Se non fossimo liberi, la responsabilità potrebbe costarci di più, sarebbe più rischiosa, ma varrebbe anche di più. Il teologo protestante Karl Barth (1886-1968), ci dice che «Dio è colui che ama nella libertà e che manifesta la sua libertà amando. La libertà di Dio è di essere libero di amare, l’amore di Dio è di amare nella libertà».

Giuseppe Zois

(testo tratto da una conversazione dell’autore con Paolo Ricca)

*Paolo Ricca. Vasto il cordoglio suscitato dalla notizia della morte – il 14 agosto – di Paolo Ricca, 88 anni, autorevole teologo, brillante scrittore e conferenziere, pastore e pioniere del dialogo ecumenico. Nato il 19 gennaio 1936 a Torre Pellice, docente di Storia della Chiesa della facoltà valdese di teologia di Roma dal 1976 al 2002, è stato presidente della Società biblica in Italia e ha collaborato al Segretariato attività ecumeniche, dove è stato coordinatore del gruppo teologico insieme con don Giovanni Cereti. Tra i titoli che hanno visto il suo apporto: Il cattolicesimo del Concilio. Un giudizio protestante sul Concilio Vaticano II (1966, Claudiana); Alle radici della fede. Meditazioni bibliche (1987, Claudiana); Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell’amore (1998, Morcelliana); Il pane e il regno. Commento al Padre Nostro (2002, Morcelliana) e Grazia senza confini (2006, Claudiana); Lutero mendicante di Dio (Morcelliana, 2010); L’ultima Cena, anzi la Prima. La volontà tradita di Gesù (Claudiana, 2013).

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