L’artista Sferico espone le sue opere con la mostra intitolata: “L’intelligenza del vedere”, scultura e pittura, al Museo Fondazione Gianluigi e Renato Giudici, del Central Park a Lugano, fino a sabato 6 novembre. L’artista trasmette l’essenza pura della luce, delle forme (sferiche) e dei colori che nella loro polifonia e in un’accurata e melodica ricerca compositiva, avvolgono lo spazio circostante, per accogliere l’energia dello sguardo in uno specchio di cielo autentico. Guardando le opere ci avviciniamo al Creatore che Sferico ritrae in sculture come “Creazione” o fortemente percepibile come energia vitale pura nel dipinto “Salvezza”.
Il paradisiaco è la mano dell’artista mossa dall’incontro, e anche dall’amalgama spirituale interiore di un dialogo costante, che egli crea con il Divino. La sua percezione e il suo sentire l’entità superiore come una presenza dominante lo portano a privilegiare forme arrotondate, armoniche, circolari, protese alla bellezza come riscatto del bene, in contrasto con l’arte del kitsch attuale, e anche in opposizione a un’arte che definisco “nera” per il modo con cui spesso mi trasmette inquietudine.
La materia nelle opere di Sferico si eleva in una grazia nel lavoro d’artista.
Nelle sue sculture convive una forte impronta dinamica, fermata e fissata nel suo attimo ideale. Si avverte la volontà di lasciar fluire la finitezza che non predomina sull’infinito.
Sferico è un artista che costruisce un linguaggio nuovo, in opposizione al paesaggio unificato di un’arte passiva, che, a volte, genera in me un senso di malessere perché ritengo che si presti a una frenetica esacerbazione di linguaggi esterni ed estremi ad essa, anche frutto di logiche di un mercato dell’arte che vuole l’arte alla mercé del dio denaro, dove gli intermediari sono figure decisionali che mirano agli aspetti economici.
L’incommensurabilità del mistero è scienza che solo un vero artista è capace di trasmettere e rendere visibile e palpabile al pubblico, avvicinandolo alla comprensione del senso dell’esistere.
I tondi delle sculture condotti da sinuose linee dello sferismo circolare, si muovono, pur con le loro peculiari caratteristiche di staticità, senza risultare imperative del mondo esteriore che predilige l’esteriorità di un marketing spietato, sempre più finalizzato ai guadagni. Al contrario l’arte di Sferico propone una visione che si apre a una speranza riparatrice e taumaturgica. Anche le luci e i colori dei dipinti infondono la bellezza e il benessere del vedere, nei quali figure sospese nello spazio si elevano e sono sospese in un gioco salvifico, di anime che volteggiano, libere e sospese nel blu di cieli o mari limpidissimi, e inesplorati.
Ho rivolto alcune domande a Sferico.
Cosa ti muove intimamente quando dipingi?
Ubbidisco alla legge naturale delle cose, nel lavoro scopro nuovi percorsi, vivo nel dipinto, abito gli spazi costruendoli e dialogo con i personaggi che, poco a poco, affiorano. È un’avventura meravigliosa di scoperta continua.
E quando dai voce e forma alle tue sculture quali sono le immagini che ti guidano?
Quando crei una scultura devi essere a disposizione del bene comunitario e creare qualcosa capace di avvicinarci tutti al mistero della creazione in senso lato. Il culto alla morte presente nelle manifestazioni contemporanee è la disfatta della resa artistica, una sconfitta che combatto con tutto me stesso.
Quanto tempo impieghi per realizzare le tue opere?
Il tempo esecutivo è il punto dolente per un’arte autentica, resta poco spazio per essere impresari di se stessi, e i compromessi non fanno per me, solo così salvo le forme dalla banalità di un’arte che non ha tempo di pensare.
Parli di intelligenza del vedere. Ma non è forse proprio l’eccessiva razionalizzazione a impedirci di vedere oltre, facendo di noi esseri umani dei cinici razionali?
L’intelligenza è anche l’abbandono del cuore al vedere dei descrittivi di paradisi che giacciono nel mio operato. Credo nel risveglio, ma bisogna impegnarsi attivamente a migliorare il mondo, qualsiasi lavoro facciamo.
Sabato 6 novembre è l’ultimo appuntamento per poter visitare l’evento di pittura e scultura “L’intelligenza del vedere”. Il finissage si terrà dalle 17.30 alle 19.30. Da mercoledì 3 novembre fino a sabato 6 novembre, le sale del museo sono visitabili dalle 14.00 alle 18.00.
Nicoletta Barazzoni