Lugano, pubblicata la mappatura degli operatori musicali
Sono stati presentati oggi, giovedì 22 settembre 2022, i risultati del primo studio d’analisi del settore della musica colta e di tradizione intrapreso dalla Divisione cultura. Il Vicesindaco Roberto Badaracco, Capodicasetro Cultura sport ed eventi, si è detto particolarmente soddisfatto del lavoro intrapreso: «È importante che anche il settore culturale venga osservato con strumenti che permettano la comprensione e la quantificazione del suo impatto sulla città. Che la musica fosse uno degli ambiti trainanti dell’offerta culturale cittadina lo si intuiva; questo studio conferma e quantifica in maniera oggettiva e quantitativa l’importante coinvolgimento della popolazione in questo settore. Pensiamo agli oltre 30’000 biglietti venduti per il 2019 per le stagioni concertistiche e al coinvolgimento di più di 7’000 persone nell’ambito musicale, contando tutti coloro che sono toccati da questo settore. Sono dati rilevanti, che meritano di essere presi in considerazione anche per quel che riguarda le future strategie culturali della Città».
La ricerca ha messo in evidenza come gran parte degli operatori che hanno risposto siano impegnati parzialmente, o esclusivamente, nell’organizzazione di festival, rassegne ed eventi musicali. Tali attività sono state scelte 59 volte; segue l’attività d’interprete, mentre la “composizione” e la “conservazione” sono state scelte in minor misura. Un importante numero di persone è coinvolto in modo attivo o passivo nelle attività musicali: sono stati contati 2’436 soci per le organizzazioni non-profit, di questi il 43% per le organizzazioni non-profit professionali e il 57% per quelle amatoriali; il numero totale di collaboratori rilevati sale a 1’137, di questi il 71% sono volontari e il 29% salariati; i volontari sono maggiormente attivi nelle organizzazioni amatoriali: si contano una media di 26 volontari, mentre per quelle professionali una media di 4 volontari. Sono stati censiti 328 addetti (che percepiscono un salario), questi sono in maggioranza impiegati nelle organizzazioni non-profit (68% con circa 224 persone), una quarantina di persone trovano invece impiego nelle SAGL.
Per quel che riguarda i generi musicali, nello studio la musica colta (classica o antica) è quella più rappresentata per gli operatori a livello professionale (scelta 31 volte), seguono la musica d’insieme (17) e il jazz (15), gli amatori sono invece attivi maggiormente nel canto corale (14) e nella musica colta e d’insieme. Si nota, inoltre, come la formazione musicale sia un ambito portante, che coinvolge un grande numero di allievi (3’272) e un considerevole corpo docenti (325). Il numero di attività annue dichiarato (per il 2019, anno pre-pandemico) è notevole: sono oltre 2’000, per la maggior parte concerti. Per il 2019 le entità professioniste hanno organizzano in media 49 attività, mentre quelle amatoriali 12.
La più antica organizzazione che ha risposto al questionario è nata nel 1830, quella più recente nel 2019, dai risultati si evince che le entità fondate fino al 1980 sono in prevalenza amatoriali (14 su 17), mentre le organizzazioni fondate dagli anni Ottanta del secolo scorso sono in prevalenza professionali (22 su 33). Inoltre, la maggioranza dei rispondenti ha sede nel comune di Lugano (61%), seguono gli operatori con sede nel distretto di Lugano (19%) e nel resto del Cantone ma attivi prevalentemente a Lugano (14%), oltre a una minima parte di operatori attivi in città ma provenienti dal resto della Svizzera e dall’Italia (rispettivamente l’1% e il 4%); la maggior parte dei rispondenti è un’organizzazione non-profit (61%) o una persona fisica (32%), i restanti sono aziende o enti pubblici (4% e 3%). La ripartizione geografica delle attività professionali vede una concentrazione nel quartiere di Besso (presenza di Conservatorio, Fonoteca Nazionale svizzera e RSI), mentre le attività amatoriali sono maggiormente ripartite sul territorio, da Sonvico a Barbengo.
In termini complessivi, il totale dei costi e dei ricavi degli operatori rispondenti (32 su 78) è rispettivamente di 28’254’227 CHF e 28’152’405 CHF, per un disavanzo d’esercizio complessivo di 101’822 CHF. Per quanto concerne i costi, in media un operatore riporta la seguente ripartizione: il 36% è relativo a costi del personale, il 24% a costi d’esercizio, il 26% costi d’attività, l’8% a costi per strutture e il 6% ad altri costi. Per quanto riguarda i ricavi in media si osserva la seguente composizione: il 25% dei ricavi deriva da proventi, il 24% da finanziamento pubblico, il 29% da sponsor, il 15% da membership e il 7% da altri ricavi. Pertanto, se nel complesso i costi più alti sono quelli per il personale e i costi d’esercizio, in media i ricavi maggiori derivano dagli sponsor e da proventi legati all’attività svolta.