È in programma lunedì 11 marzo alle 20.30 la conferenza di Paolo Trovato facente parte del ciclo Editoria e filologia presso la Biblioteca Salita dei Frati a Lugano. Tema della serata: Tra manoscritti e stampe dei testi in volgare: l’editoria quattro-e cinquecentesca (1470-1570), introduce Fernando Lepori.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili impose ben presto ai tipografi la soluzione di tutta una serie di questioni linguistiche (a partire da quelle ortografiche e interpuntive) legate allo statuto dei testi che venivano diffusi con il nuovo mezzo. Si fecero carico dei problemi che emergevano, sia i cosiddetti ‘correttori’, operatori rimasti spesso nell’ombra, sia brillanti figure di filologi, talora essi stessi autori in proprio.
In questo primo incontro il professore, Paolo Trovato, spiegherà che cosa significa, tra Quattro e Cinquecento, curare la stampa di un’opera letteraria in volgare, con la preoccupazione primaria della correttezza del testo.
Fino al Settecento (quando si diffonde la prassi di sottoscrizioni anticipate, abbonamenti e simili), i tipografi-editori – che hanno alle loro dipendenze, come minimo, una squadra di tre salariati e devono ammortizzare gli investimenti iniziali (torchio, caratteri tipografici ecc.) e immobilizzare per ogni edizione un capitale consistente (la carta costava molto) – non possono stampare meno di 100 o 200 copie e lavorano senza reti di protezione paragonabili alla richiesta preventiva dei clienti. Per difendersi dalla concorrenza, e vendere il loro stock di copie (ben presto, da 600 a 800 o più), essi devono cercare di rendere il loro prodotto migliore o più attraente degli altri sul mercato. Tra i fattori in gioco (oltre alla nitidezza e alla qualità dei caratteri, all’eleganza della pagina e simili) entra ben presto la correttezza del testo.
Nasce così una nuova figura professionale che è l’antenato dei moderni editors, cioè il correttore di tipografia, di cui si cercherà di descrivere le funzioni a partire da casi famosi: Ariosto, Castiglione, Machiavelli, ecc.
Successivamente a questo appuntamento seguiranno ben altre tre conferenze che vedranno come relatori: Carlo Caruso, Christian Genetelli e Luca Montagner.
Caruso, illustrerà le innovazioni introdotte dal celebre umanista, tipografo ed editore Aldo Manuzio (1449-1515), la cui collaborazione con Pietro Bembo (1470-1547) determinò per molti aspetti il modo in cui i nostri classici sono stati editi per oltre cinquecento anni. Mentre Genetelli parlerà dei rapporti di Leopardi con i suoi editori (soprattutto con Anton Fortunato Stella), dimostrando la cura costante che gli ebbe nella stampa delle sue opere. L’ultimo incontro è quello con Montagner, il cui intento è quello di documentare gli interessi culturali di un grande editore come Ulrico Hoepli per il complesso mondo dell’antiquariato librario.
Programma:
Lunedì 11 marzo, ore 20.30
Tra manoscritti e stampe dei testi in volgare: l’editoria quattro-e cinquecentesca (1470-1570).
Relatore: Paolo Trovato
Lunedì 18 marzo, ore 20.30
Pietro Bembo, Aldo Manuzio e la filologia volgare
Relatore: Carlo Caruso
Lunedì 25 marzo, ore 20.30
Leopardi e i suoi editori
Relatore: Christian Genetelli
Lunedì 1°aprile, ore 20.30
L’esperienza antiquaria di Ulrico Hoepli
Relatore: Luca Montagner
Per maggiori informazioni: www.bibliotecafratilugano.ch