Massimo Popolizio torna al LAC con “Uno sguardo dal ponte”
Tra i grandi protagonisti del teatro italiano, Massimo Popolizio torna al LAC martedì 14 e mercoledì 15 novembre (ore 20.30), protagonista e regista di Uno sguardo dal ponte, dramma teatrale di Arthur Miller ispirato a un fatto di cronaca nera, ambientato in una comunità di immigrati siciliani a Brooklyn: un grande affresco sociale, ma anche il ritratto di un uomo onesto, Eddie Carbone, compromesso e sconfitto da una passione erotica incestuosa.
Capolavoro della letteratura americana del Novecento, Uno sguardo dal ponte trae ispirazione da un fatto di cronaca dal quale Arthur Miller rimase profondamente turbato: una torbida vicenda familiare, occorsa nella comunità italiana di Brooklyn, nella New York degli anni ‘50. «L’azione della pièce – scrisse Arthur Miller – consiste nell’orrore di una passione che nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve e nonostante ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo».
Tre volte Premio Ubu, Massimo Popolizio vede in questo concetto di ineluttabilità del destino e di passioni dalle quali si può essere vinti una “spinta” o “necessità” che, ancora oggi, può avere un forte impatto teatrale: «Tutta l’azione è un lungo flashback – spiega Popolizio –, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive, credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film».
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