Vestita tutta di bianco, si è presentata questa mattina allo spazio forum l’attrice americana Meg Ryan, conosciuta soprattutto per ruoli in commedie come Harry ti presento Sally e Sleepless in Seattle. Ma protagonista anche di thriller importanti come In the cut, riproposto in questi giorni a Locarno.
Intervistata da Nina Rothe, l’attrice americana ha ripercorso la sua carriera professionale iniziando da uno dei primi film girati per un grande maestro come George Cukor: “Mi sembra un milione di anni fa. Fu molto strano perché ricordo che all’epoca ero una studentessa di giornalismo e fu inviata su un set di una soap opera per fare delle interviste. Ma mi chiesero di fare un provino e mi presero. Subito dopo Cukor mi volle in una sua pellicola e mi ricordo che mi diede una delle lezioni più importanti della mia vita. Mi disse di non recitare ma di essere naturale. Certo, devi avere una base tecnica, ma poi devi saperla accantonare per far uscire la naturalezza. In seguito ho sempre cercato di tenere ben presente nella testa questo insegnamento”.
Passando in rassegna altri film Meg Ryan ha ricordato la famosa scena dell’orgasmo simulato. “Sono stata io a suggerire alla regista di trasformare un semplice dialogo in una scena vera e propria che è poi diventata l’emblema di quel film. E mi ricordo anche che sul set c’era mia figlia, allora 13enne, probabilmente non capiva che cosa stessi facendo. Fu piuttosto divertente, ma ovviamente non eravamo coscienti che il tutto sarebbe poi diventato un’icona”.
Dopo le commedie, Meg Ryan ha recitato variando le sue scelte e lavorando soprattutto con registe donne. È il caso di Jane Campion che l’ha voluta per In the cut. “Fu un mutamento drastico e credo che molti fan si siano anche arrabbiati perché non ero più la simpatica attrice che avevano visto fino ad allora, in altre parole avevo rotto una sorta di archetipo e non avevo chiesto il permesso. In quel film c’erano anche scene di nudo e soprattutto c’era il desiderio di esplorare i rapporti e che cosa questi nascondono. E non sempre sono aspetti positivi, si andava a fondo. Fu molto interessante”.
Un’altra esperienza importante è stata quella da regista. Nel 2016 con Ithaca. “Mi aveva convinta la storia e il fatto che si trattava di una produzione indipendente da 2,7 milioni di dollari. Grazie ad amici come Tom Hanks siamo riusciti a girarla in 21 giorni. E devo dire che ne sono molto soddisfatta. Ho imparato molto e rispetto all’attrice che in sostanza deve imparare solo la propria parte, la regista deve avere tutto sotto controllo. Ha tutti i tuoi sensi allertati. È molto bello e ti senti viva”. Meg Ryan ha quindi salutato i numerosi presenti alla conferenza con la sua solita simpatia, lasciando a Locarno un ricordo di lei simpatico e vivace.
Nicola Mazzi