Si terrà questa sera, alle ore 18 alla Biblioteca cantonale di Locarno, la conferenza pubblica dedicata a Mosè Bertoni (Lottigna 1857-Foz do Iguaçu 1929), tenuta dallo storico Danilo Baratti e con un’introduzione della giornalista Cristina Foglia.
Mosè Bertoni è un personaggio quasi leggendario dell’emigrazione ticinese di fine Ottocento. Dopo gli studi di botanica, e già con 5 figli, nel 1884 lascia il nostro paese, ispirato anche da ideali anarco-socialisti, per andare a vivere di agricoltura e di scienza dapprima in Argentina e poi in Paraguay.
A pochi chilometri dalle cascate di Iguazú, sul fiume Paraná, crea la colonia “Guglielmo Tell”, nel luogo ancora oggi chiamato Puerto Bertoni: un centro di sperimentazione agricola, di produzione e di ricerca scientifica. Per tutta la vita coltiva un sapere enciclopedico, producendo lavori importanti soprattutto in campo agronomico e meteorologico, stampando egli stesso i suoi libri nella selva dell’Alto Paraná. Pubblica anche corposi studi etnoantropologici, nobilitando, non senza ambiguità, la principale etnia indigena del Paraguay: i guaraní.
Indipendentemente dal valore e dalla fortuna scientifica dei suoi studi, grande è il fascino che emana dal suo lavoro titanico, dal suo stile di vita, dal suo isolamento orgoglioso e virtuoso nella natura. Per vari e ragionevoli motivi la sua esperienza è spesso presentata sotto il cappello dell’utopia.
La serata intende, al di là di ogni classificazione, illustrare la complessità delle idee e dei progetti di Bertoni attraverso la voce di Danilo Baratti, storico, e Cristina Foglia, giornalista.
Danilo Baratti, storico, è membro della Fondazione Pellegrini Canevascini, che raccoglie, cataloga e valorizza i documenti di storia sociale della Svizzera italiana. A partire dagli anni Novanta, in collaborazione con Patrizia Candolfi, si è interessato alla vita e alle opere di Mosè Bertoni.
Insieme hanno pubblicato L’arca di Mosè. Biografia epistolare di Mosè Bertoni, (Casagrande, Bellinzona 1994) e Vida y obra del sabio Bertoni. Un naturalista suizo en Paraguay (Helvetas, Asunción 1999). Di recente ha curato, sempre con Patrizia Candolfi, l’autobiografia di Guido Rivoir (Le memorie di un valdese, Fondazione Pellegrini Canevascini, Bellinzona 2013).