Mostra

Museo Casa Rusca riapre nel segno di Gilbert & George

Gilbert & George, “God save the beard”, 2016.

Il Museo Casa Rusca di Locarno inaugura la nuova stagione espositiva – nel rispetto delle raccomandazioni di igiene e distanziamento emanate dalle autorità federali – ospitando la coppia più provocatoria dell’arte contemporanea internazionale: Gilbert & George. Si tratta di un evento di grande importanza poiché gli artisti – sulla scena artistica da oltre cinquant’anni – hanno eccezionalmente accettato di esporre le loro opere a Locarno, dopo aver tenuto mostre nei più prestigiosi musei del mondo, dal Centre Pompidou di Parigi all’Art Museum di Shangai, dalla Tate Gallery di Londra, al MoMA di New York.

The Locarno Exhibition, progettata in stretta collaborazione con Gilbert & George, si concentrerà su cinque gruppi di opere realizzate tra il 2008 e il 2016 che vertono su tematiche controverse del dibattito odierno. Una selezione di sessanta opere imponenti e dirompenti, scelte con cura appositamente per ogni spazio del Museo, caratterizzate da immagini intense e cromatismi accesi, dominate da una caleidoscopica simmetria speculare, trasformerà ogni sala in un grande affresco dalle violente cromie, dando vita ad un’esperienza affascinante e coinvolgente, che comunicherà al pubblico l’essenza del lavoro del duo artistico inglese.

La mostra si concentra sulle tematiche più controverse e urgenti del dibattito contemporaneo, da sempre, alla base della ricerca di Gilbert & George: sesso, razza, religione, politica, identità all’insegna di pochi comuni denominatori: l’ironia pungente, il rifiuto delle etichette e la voglia di mettere tutto in discussione, senza necessariamente fornire risposte alle domande suscitate. Obiettivo principale del loro lavoro è produrre un’arte democratica e di forte impatto comunicativo, che sfida le convenzioni dell’élite e della società borghese e che analizza in profondità la complessità della condizione umana. Affrontando argomenti solitamente estranei alle sale museali e che possono colpire alcuni visitatori gli artisti, Gilbert & George con il loro vissuto, per primi si sottopongono a tale minuzioso esame, mettendo in scena sé stessi, in un’ottica che vede coincidere l’artista e l’opera d’arte: «Essere sculture viventi è la nostra linfa, il nostro destino, la nostra avventura, il nostro disastro, nostra vita e nostra luce» dichiarano, indicando nel rapporto tra l’arte e la vita l’asse portante della loro poetica.

L’esposizione di Casa Rusca si apre con la serie Utopian Pictures (2014), caratterizzata da un proliferare di proclami e insinuazioni che intendono forse suggerire che la cosiddetta “società perfetta” sia in realtà frutto della tolleranza, dal permettere e dal coesistere di dissonanza e dissenso. Il percorso espositivo continua con le Jack freak pictures (2008), dove la bandiera britannica (nel linguaggio comune “Union Jack”) è ridotta a pattern decorativo all’interno di un mondo denso di figure specchiate e di simboli enigmatici. La serie suscita l’impressione che Gilbert & George celebrino tutto ciò che è intrinsecamente strano (freak indica appunto qualcuno o qualcosa di inusuale, singolare). Nelle Scapegoating pictures (ossia “capro espiatorio”) gli artisti compaiono invece insistentemente in una successione di forme mascherate o come se fossero stati fatti esplodere in mille pezzi. Protagoniste delle composizioni sono le bombolette di gas esilarante all’ossido d’azoto (conosciute come hippy crack), sinistramente onnipresenti, e che sembrano asserire le conseguenze del dare la colpa ad altri: la produzione costante di odio e risentimento, la determinazione ad aggredire, a schierarsi, a radicalizzarsi. Si prosegue con il risultato di una collezione pluriennale di “strilli” giornalistici: le London pictures (2011), che riportano annunci di violenza, passione, squallore e avidità. Ogni pannello allinea titolazioni accomunate da un termine forte (per esempio “accused”, “pervert”, “hate”, “kill”) accompagnate da una raffigurazione della Regina Elisabetta II, tratta da una moneta. Nella serie conclusiva Beard pictures (2016) Gilbert & George sono raffigurati con il volto e il corpo di un rosso vivo, con lunghe barbe e gli occhi ombreggiati e imperscrutabili, circondati da recinzioni di filo spinato, spesso dinnanzi ad uno sfondo nero che evoca il vuoto. Oppure assumono le sembianze di personaggi fumettistici dai corpi piccoli e dalle teste enormi. Dietro di loro uno stravagante fogliame ornamentale, numeri di telefono di escort, allarmi di vigilanza consumati dalle intemperie, profili numismatici di papi, monarchi o eroi. È come se il loro universo visionario sia andato verso un mondo squilibrato, inquietante e paranoico che comunica attraverso l’alienazione, l’artificialità, il metallo, la luce argentata e le messinscene grottesche. Ma perché le barbe? La barba pervade la storia religiosa, culturale e sociale, dall’induismo agli hipster.

La mostra è accompagnata da un catalogo interamente curato dagli artisti, corredato da illustrazioni a colori delle opere esposte, unitamente a testi di Michael Bracewell, in versione italiana o inglese.

 

Museo Casa Rusca, Piazza Sant’Antonio, 6600 Locarno.

Orari: ma-do 10.00-12.00 / 14.00-17.00. Lunedì chiuso. 

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