“Museo di un amore infranto”, l’esordio di Fabrizio Bonetto
Esce mercoledì 14 febbraio, per Accento edizioni, Museo di un amore infranto di Fabrizio Bonetto, nella collana “Accento acuto”, dedicata agli esordienti.
A Zagabria c’è un museo che raccoglie gli oggetti più disparati. È il Museum of Broken Relationship, e conserva i ricordi di chi ha un amore fallito di cui disfarsi: bambole gonfiabili, lumini di Padre Pio, applique a forma di fragola, cibi liofilizzati… Hanno tutti una storia da raccontare.
Anche Giacomo e Veronica hanno una storia da raccontare. Iniziano a farlo nel momento in cui Giacomo torna a casa e trova Veronica seduta sul divano, ad aspettarlo in compagnia di un altro uomo con cui ha intenzione di costruirsi una nuova vita. Un capitolo alla volta, le due «parti del problema» sviscerano la loro storia d’amore. È una versione doppia, ambivalente, falsata come solo i ricordi sanno essere; ripercorre cecità e incomprensioni, la noia e l’insoddisfazione delle relazioni stantie, ma anche le dolcezze e i momenti felici.
I protagonisti di Museo di un amore infranto sono impacciati, crudeli, feriti, orgogliosi, egoisti; sono anch’essi esposti, come le reliquie amorose di Zagabria che inframmezzano la narrazione. E che queste reliquie siano oggetti realmente esistenti o che facciano solo parte di un romanzo, forse, poco importa: quello che conta è che si collocano al confine invisibile tra prima e dopo, un confine che tutti abbiamo conosciuto, da cui si può osservare con sgomento quanto ci era parso eterno ed è ora pronto a restringersi fino a diventare solo uno spazio vuoto (una porta di casa, l’ultima pagina di un libro) da scavalcare.
Fabrizio Bonetto è nato a Valdobbiadene nel 1974, risiede a Crocetta del Montello con la famiglia. È bancario per passione e scrittore per bisogno.