Incontri

Museo Novecento, gli incontri dedicati al Monte Verità

Danze di gruppo, Scuola Rudolf von Laban | Fondazione Monte Verità, Fondo Harald Szeemann

In occasione della mostra Monte Verità. Back to nature, realizzata in collaborazione con la Fondazione Monte Verità di Ascona, il Museo Novecento di Firenze presenta una serie di appuntamenti dedicati all’approfondimento della celebre collina dell’utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri che videro nei suoi spazi un buen retiro lontano dal dramma delle guerre e anche dallo scontro ideologico fra capitalismo e comunismo che stava attraversando l’Europa.

Il ciclo inizia mercoledì 16 febbraio alle ore 18.00 con la conferenza intitolata Sophie Taeuber-Arp raccontata attraverso le sue lettere (Sala Cinema, Museo Novecento). Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno e docente all’USI, dedicherà il suo intervento alla figura di Sophie Taeuber-Arp, la celebre artista moglie di Jean/Hans Arp che fu danzatrice con Rudolf von Laban al Monte Verità. All’artista svizzera è dedicata la grande restrospettiva attualmente in corso al MoMA di New York, e che ha fatto tappa al Kunstmuseum Basel e alla Tate Modern a Londra, segnando la riscoperta di questa figura centrale delle avanguardie del XX secolo. La recente pubblicazione di due edizioni di lettere dell’artista, oltre a costituire una preziosa fonte sulla sua vita, ne corregge l’immagine di donna timida e silenziosa, vissuta nell’ombra del celebre marito Jean/Hans Arp. Una è costituita dai tre volumi di lettere indirizzate soprattutto alla sorella (edizione in tedesco a cura di Walburga Krupp e Medea Hoch), l’altra è Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann. Il volume pubblicato dalla Fondazione Marguerite Arp di Locarno con le edizioni Casagrande raccoglie – per la prima volta in italiano – lettere e cartoline scritte da Taeuber-Arp ai suoi primi e più importanti collezionisti, i coniugi Müller-Widmann di Basilea. Intervengono: Simona Martinoli, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

Si prosegue mercoledì 2 marzo, alle ore 18.00, con Anomalie Quotidiane. Harald Szeemann e Monte Verità (Sala Cinema, Museo Novecento). Una Szeemann ripercorrerà il rapporto tra suo padre, lo storico dell’arte e curatore svizzero Harald Szeemann e la celebre collina dell’utopia nata sulle prealpi locarnesi. Attraverso un’introspezione sugli esordi cabarettistici di Harald Szeemann con il suo “Einmanntheater” fino allo sviluppo del “Museo delle Ossessioni” e alla “Agentur für Geistige Gastarbeit”, verranno ricostruiti i processi di riflessione che hanno portato alla gestazione di alcune tra le mostre più celebri del Novecento: “When Attitudes Become Form” (1969), Documenta 5 “Befragung der Realität – Bildwelten heute” (1972), “Grossvater: ein Pionier wie wir” (1974), “Le macchini celibi” (1975), “Monte Verità. Le mammelle delle Verità” (1978). Intervengono: Una Szeemann, Chiara Gatti, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

Chiude il ciclo, venerdì 8 aprile alle ore 21.00 al Cinema Spazio Alfieri, l’incontro con il regista Mario Martone al termine del quale seguirà la proiezione del film Capri-Revolution, la pellicola del 2018 vincitrice di due David di Donatello liberamente tratta da una vicenda realmente esistita: quella della comune che il pittore, naturista ed utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach diede vita a Capri agli inizi del Novecento. Ad ispirare l’esperimento politico e sociale di Diefenbach sull’isola fu proprio il modello di Monte Verità ad Ascona. Alimentazione vegana, elioterapia e nudismo, ginnastica, danza e meditazione furono le pratiche quotidiane di una comunità che testimoniano un interesse diffuso ancora oggi verso gli episodi radicali delle esperienze anarchiche come utopia sociale, sogno pacifista e libertario reso possibile da una “riforma della vita” che parte proprio dalla rigenerazione del corpo e dello spirito in un luogo, come dirà Ise Gropius, «dove la nostra fronte sfiora il cielo». Intervengono: Mario Martone, Ippolita di Majo, Raffaella Giordano, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

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