Dedicare un festival all’universo della creatività femminile, naturalmente e come si è visto, non vuol dire proporre lavori che abbiano come protagoniste in scena solo donne, ma scegliere un tipo di sguardo e di approccio, che sta nell’idea di fondo e/o nella regia, su un determinato tema oppure, come è stato il caso di ieri sera, su un mondo propriamente maschile, simbolo di una tradizione che affonda le radici nella Svizzera più “primitiva” e patriarcale. Esattamente ciò che Johanna Sofia Heusser vuol criticare ironicamente, paradossalmente, attraverso la performance coreografica Dr Churz, Dr Schlungg und Dr Böös che vede al centro della pista di segatura in cui è stato trasformato il Teatrostudio del LAC, due uomini (Julian Voneschen e David Speiser), addobbati e attrezzati come si conviene e impegnati in un esemplare di allenamento per lo “Schwingen”, lo sport di lotta svizzera.
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