Arti figurative

New York, la scultrice Simone Leigh conquista il mondo dell’arte

È una forza emergente nel mondo dell’arte la scultrice afroamericana Simone Leigh, 51 anni, che sta incantando tutti con le sue opere: lavori che trasmettono potenza tempo spaziale ed emotiva.
Leigh, figlia di genitori giamaicani, è cresciuta a Chicago ma oggi vive a New York, una città che sta conquistando giorno dopo giorno. La scena artistica fino a poco tempo fa le aveva chiuso le porte in faccia, difatti, la sua neo ascesa è recente «Mi era stato detto che non appertenevo al mondo artistico – confessa la scultrice – Non avrei mai pensato che questo mondo mi avrebbe aperto le sue porte. Sono ancora scioccata».

Il celebre museo Guggenheim ha aperto una mostra in suo onore, come esito della sua vincita del prestigioso premio Hugo Boss 2018 dedicato all’arte moderna che si svolge ogni due anni. Anche il Whitney Museum ha individuato il suo talento a tal punto da acquistare una sua scultura intitolata Cupboard VIII (2018), e introdurla tra le artiste di punta della Biennale 2019 a cura di Rujeko Hockley e Jane Panetta (in esposizione fino al 22 settembre).
Ma è il suo progetto più grande che sta lasciando cittadini, turisti, professionisti e appassionati del mondo artistico a bocca aperta: si tratta della sua scultura intitolata Brick house, alta circa cinque metri, si trova sulla High Line di New York tra la 30esima strada e la 10th Avenue; è un busto in bronzo che raffigura una donna nera, la cui testa è coronata da una pettinatura in stile “afro” incorniciato da trecce, ognuna delle quali termina con una conchiglia di ciprea.
«Mi piace pensare alla femminilità in modo diverso, come qualcosa di solido e forte piuttosto che fragile e debole», descrive così la sua scultura Leigh, che attraverso la sua arte sfida a riflettere, a creare una relazione tra l’arte e l’Io, e dove ci si ritrova spontaneamente a mettersi in discussione. Brick House è l’opera inaugurale dell’High Line Plinth, progettato come spazio e punto focale dedicato esclusivamente alle nuove commissioni di arte contemporanea di New York City.

“Brick house” sulla High Line di New York.

Simone Leigh è la rappresentazione di un’arte che non segue gli schemi, ma piuttosto si spinge continuamente oltre i confini dell'”accettabile”: si concentra su come il corpo, la società e l’architettura si informano e si rivelano a vicenda; ed esamina la costruzione della soggettività femminile afroamericana.

Maria Elisa Altese

 

 

 

 

.

 

 

 

In cima