Commento

Nicholas Winton e i 669 bambini salvati dai nazisti

Sir Nicholas Winton ha vissuto oltre un secolo. Il Novecento l’ha visto dall’inizio alla fine; fortunatamente per lui è riuscito anche a cogliere i frutti delle sue azioni eroiche. A trent’anni Winton, salvò di sua spontanea volontà, a suo rischio e pericolo, 669 bambini tra i sei e i dodici anni, la maggior parte delle quali ebrei, dai nazisti che occupavano la Cecoslovacchia. Evitò loro una morte certa dirigendoli su un convoglio ad Ovest, verso il Regno Unito. Diverse associazioni di difesa dei diritti umani e dei rifugiati salvarono molti bambini durante il periodo nazista, ma l’opera di Sir Nicholas è unica. Winton è un eroe borghese: che di fronte al male scelse il rischio il rischio del bene. Al pari di Giorgio Perlasca e Oskar Schindler, è un rappresentante della “banalità del bene”. Anche di tasca sua pagò tutte le spese per salvare clandestinamente i bambini.

La storia andò così: nel 1938, Martin Blake, che lavorava presso il BCRC (British Committee for Refugees from Czechoslovakia) chiese all’amico Nicholas di saltare le vacanze in Svizzera e recarsi a Praga presso gli uffici del comitato per organizzare il trasporto. Il motivo era la crisi umanitaria iniziata con l’occupazione di Boemia e Moravia. Fu in un hotel in Piazza San Venceslao che Winton capì che ci sarebbe stata una ecatombe per i bambini ebrei. Così decise di salvarne più che poteva. Per ogni bambino occorreva versare la somma di cinquanta sterline – il prezzo del visto. Il responsabile del BCRC Trevor Chadwick riuscì a ottenere diversi permessi. Lavorando con il Comitato diretto da Doreen Warriner, Winton doveva selezionare i bambini per il trasporto. Di fronte ai rimproveri della moglie, tenuta all’oscuro per anni rispetto alla vicenda, l’anziano Nicholas disse che non gli sembrava di aver fatto qualcosa di anomalo.

La segretezza delle sue azioni potrebbe dare spago alle ricostruzioni non verificate di chi sostiene che in realtà Winton fosse uno 007 britannico inviato a Praga per monitorare la situazione in Cecoslovacchia. D’altronde, aveva fatto l’intermediario di borsa tra Francia e Germania. La storia di Nicholas Winton emerse con ancor maggiore eco quando nel 1988 il programma “That’s Life!” condotto da Esther Rantzen allestì uno studio tv con un anziano Nicholas Winton, seduto a sua insaputa con dozzine dei “suoi” bambini, oramai cresciuti. Per le sue azioni il Presidente della Repubblica Ceca Václav Havel insignì Winton della più alta onorificenza di Stato. Mentre Adolf Eichmann faceva la selezione per i treni della morte ad Est, Winton riempì treni della vita verso l’Ovest. Un ostacolo fu l’ottenimento del permesso di attraversare i Paesi Bassi. Dopo la Notte dei Cristalli, il governo olandese chiuse le frontiere a tutti i rifugiati ebrei.

L’ultimo dei sette treni della speranza – i “Winton trains” – lasciò Praga il 2 agosto 1939. Un ultimo treno, con duecentocinquanta bambini, doveva partire a breve, ma il primo settembre scoppiò la guerra. Winton supervisionò anche il processo di adozione dei bambini dalle famiglie britanniche. La sua impresa rimase segreta fino al 1988, quando la storica Elizabeth Maxwell la rivelò al mondo dopo che la moglie di Nicholas, Greta Gjelstrup, scoprì nella soffitta di casa i documenti dei trasporti. Sir Winton è stato anche proposto a più riprese come candidato per il Premio Nobel per la Pace. La sua storia è stata ripresa da libri, film e documentari. “Into the Arms of Strangers: Stories of the Kindertransport” (2000) narrato da Judi Dench vinse il Premio Oscar 2001 come miglior documentario. “Nickyho rodina” (“La famiglia di Nicky”) è il terzo film che il regista Matej Mináč dedica alla vicenda.

La storia di Nicholas Winton è diventata anche un libro per bambini, Nicky e Vera (2021) di Peter Sis. Ad onorare la memoria del padre, anche la figlia Barbara Winton con il libro If it’s Not Impossible … (Troubador 2014). Barbara è scomparsa nel settembre 2022; proprio quando sono iniziate le riprese di “One Life” (2023), che riprende la vicenda del padre, interpretato da Anthony Hopkins, con Helena Bonham Carter e Jonathan Pryce. Il Sir Nicholas Winton Memorial Trust raccoglie documenti e fotografie, libri e memorabilia del Nostro. Anche la stazione centrale di Praga, da cui partirono i treni, ricorda Nicholas Winton con due memoriali. Il primo è una statua con il protagonista con un bambino in braccio e una bimba sulla sinistra presso il binario uno. Con la guerra in Ucraina, la statua dell’anziano è stata di recente coperta da bandiere azzurro-gialle e nastrini e fiori.

Il secondo monumento, eretto nel maggio 2017, è sotto il Cafè Fantova della stazione centrale. Si tratta di uno sportello del treno verde scuro con un vetro traslucido e le mani dei bambini che lasciano ai passanti un senso di angoscia. Nell’estate 2009 l’esodo dei bambini salvati è stato riprodotto usando la stessa locomotiva dalla Repubblica Ceca all’Inghilterra. Il treno di Winton del 2009 trasportava centosettanta passeggeri, tra cui ventidue di quelli originariamente salvati. Tra i passeggeri c’erano la prima, la seconda e la terza generazione di discendenti dei “Winton’s kids” – tra loro anche una cugina di Madeleine Albright. Ad attenderli a Londra, il centenario Nicholas Winton. Sono circa seimila i discendenti dei bambini salvati. La più grande vittoria nei confronti del totalitarismo è la proliferazione di chi è sopravvissuto all’Olocausto. E anche la generosa, disinteressata e grandiosa opera di un singolo uomo che si oppose alla barbarie.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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