Teatro

Orme Festival: energia e vitalità all’insegna dell’inclusione artistica

Si è conlcusa domenica 2 giugno la quinta edizione di Orme Festival, festival internazionale di arti inclusive della Svizzera italiana inserito nel circuito nazionale IntegrArt sostenuto da Migros-Kulturprozent. L’evento è ormai una realtà biennale consolidata, credibile ed efficace che con professionalità, qualità e coerenza artistica ha accolto il numeroso pubblico, scaturendo forti emozioni e interesse sulla tipologia degli spettacoli presentati.

Il festival è iniziato giovedì 30 maggio con “Talenti imprevedibili”, performance scaturita dal laboratorio condotto presso la Zürcher Hochschule der Künste di Zurigo con gli studenti di bachelor Contemporary Dance e performer diversamente abili, in collaborazione con Teatro Danzabile, originale modulo inserito, per la prima volta, nel programma di studi di una scuola d’arte svizzera. In una coralità coreografica, ha espresso straordinaria empatia, poesia e vitalità comunicativa, emozionando il folto pubblico presente.

Il successivo pungente spettacolo teatrale “In fondo agli occhi”, della compagnia italiana Berardi Casolari, ha condotto gli spettatori, tra serietà e ironia, nel mondo della cecità vista sia come malattia fisica, ma anche come metafora della condizione di un intero paese.
L’attore italiano Gianfranco Berardi, vincitore del premio UBU 2018, con cruda sincerità e tagliente ironia ha affrontato apertamente la sua cecità, utilizzando la forza nel superare questo limite come unica chance per uscire dalla condizione di un intero paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita.

Venerdì pomeriggio lo spettacolo, di altissima qualità, di teatro di figura “Meet Fred”, della compagnia inglese Hijinx Theatre, ha divertito e commosso i presenti con l’umorismo tipico inglese. Il piccolo puppazzo di stoffa bianca, senza viso e senza espressione, ha preso vita, perfettamente animato dai suoi burattinai, evidenziando i parallelismi tra la vita del burattino e quella degli artisti diversamente abili, con gli stessi sogni e le stesse difficoltà.

Davanti ad una tribuna gremita, posizionata sul palco della Sala Teatro del LAC, la compagnia portoghese Dançando com a Diferença ha messo in scena lo spettacolo “Happy island” creato con la coreografa e artista visiva di fama internazionale Maria Ribot, supportato dalla proiezione del film di Raquel Freire che ha amplificato lo spostamento temporale dell’azione scenica. I cinque ballerini professionisti con disabilità fisiche e intellettuali hanno accompagnato il pubblico, in totale libertà, a questa ode all’immaginazione, alla gioia e all’esistenza.

I due assoli di danza “Une bouche”, della performer francese Lila Derridj, e “Solo for Maria”, della danzatrice mozambicana Maria Tembe, presentati sabato sera, hanno mostrato due mondi completamente diversi: il primo sensuale, riscoprendo la bellezza e la potenza di un corpo fragile, il secondo che, con grande intensità, ha evidenziato lo stato di tensione tra felicità individuale, norme sociali e violenza reale che la performer ha vissuto e vive nel suo paese.

Domenica i Giullari di Gulliver hanno presentato, con grande ironia e leggerezza, il tema della morte nello spettacolo “In attesa di un buon momento”. Con personaggi ingenui e cortesi hanno mostrato come affrontare l’inevitabile ascoltandosi e completandosi a vicenda.

È susseguita la conferenza-danzata di Eric Languet, fondatore della compagnia Danses en l’R proveniente da Île de la Réunion, che, con la performer Magali Saby, ha affrontato la disabilità nella danza in modo realistico, poetico e disinibito. Con movimenti danzati e parole hanno spiegato al pubblico le numerose sfaccettature dell’essere diversamente abile.
Eric e Magali hanno poi insegnato al pubblico una breve coreografia che, insieme a quella insegnata dai ragazzi di Paola Pifferini della Beat’em up Crew, hanno condotto i partecipanti verso il ballo di gruppo ideato per Bal Divers. Con la spensieratezza della Discobalera Baldanza, hanno scatenato la naturale “voglia di ballare” di tutti i presenti al ritmo della musica proposta dai due DJ le Mox e Roger MC, in un momento di naturale condivisione collettiva.

Per concludere il festival è stato presentato il documentario “Sei registi – una repubblica” del Theater Hora di Zurigo, prodotto nell’ambito del progetto di ricerca interdisciplinare “DisAbility on Stage – Exploring the Physical in Performing Arts Practices”. Gli artisti professionisti con disabilità intellettiva del Theater Hora hanno ricevuto la paternità artistica non solo come attori, ma anche come registi. Il documentario affronta le tematiche tipiche del lavoro di regia, ma dal punto di vista di questi straordinari attori, unica realtà artistica inclusiva svizzera riconosciuta istituzionalmente.

A completare il fitto programma gli eventi collaterali. Il laboratorio di teatro del movimento per la scuola elementare, in collaborazione con LAC edu, condotto da Mariateresa Diomedes e Margherita Tassi, performers e operatrici teatrali. Le due conduttrici hanno insegnato ai piccoli studenti il concetto di fragilità, per una visione della società più aperta e inclusiva, con giochi ed esercizi teatrali.

La master class guidata da Nadine Mckenzie, performer sudafricana, ha mostrato ai numerosi partecipanti come il corpo può muoversi, a prescindere dalle differenze e dalla condizione fisica.

Anche l’installazione “Sfocus point” realizzata dagli studenti del 3° anno decoratori della CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche), ha incuriosito ed interessato i visitatori del festival. Con le loro creazioni artistiche hanno espresso il loro modo di vedere alcuni aspetti della disabilità.

Il festival è stato un “crocevia” di lingue, paesi, corpi e linguaggi artistici differenti: un palco aperto alla diversità come componente di ricchezza e fascinazione artistica, diversità come elemento caratterizzante di ogni fenomeno ed ogni individuo, un valore per tutta l’arte e non un limite. Appuntamento con la sesta edizione nel 2021.

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