Orso d’oro al documentario “Dahomey”
Il film documentario Dahomey della regista di origine francese Mati Diop ha vinto l’Orso d’oro alla Berlinale 74. La regista di origini senegalesi si occupa della restituzione dei tesori d’arte trafugati dall’Africa.
In Dahomey, Diop accompagna 26 statue nel loro viaggio dalla Francia al paese d’origine, l’attuale Benin. Il film documentario sperimentale presenta anche passaggi poetici: ad esempio, uno dei tesori d’arte trafugati parla più volte fuori campo.
L’Orso d’Argento “Gran Premio della Giuria” della Berlinale è andato a invece a Traveller’s need del sudcoreano Hong Sangsoo, mentre quello della Giuria a L’Empire del francese Bruno Dumont che, sul palco, ha ringraziato facendo parlare un software di traduzione vocale del suo telefonino dato che sa poco l’inglese.
L’Orso di Argento per la Migliore regia è stato assegnato al dominicano Nelson Carlos De Los Santos Arias per il film Pepe, sull’ippopotamo dello zoo privato del re del narcotraffico Pablo Escobar. Il premio per la migliore performance protagonista è andato a Sebastian Stan in Different Man e quello per l’interprete non-protagonista a Emily Watson in Small Things Like These di Tim Mielants. Nell’annunciarlo, Jasmine Trinca ha lanciato un appello per una tregua a Gaza dicendo “cease fire now”.
L’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura è andato al tedesco Matthias Glasner per Sterben (Morire) e quello per l’eccezionale contributo artistico a Martin Gschlacht per la cinematografia del film austriaco-tedesco Des Teufels Bad (Il Bagno del Diavolo).