Cinema

Premiazioni del Festival di Locarno 2019

 

Vitalina Varela, di Pedro Costa.

Il Pardo d’oro per il concorso internazionale lo ha vinto Vitalina Varela, del portoghese Pedro Costa, il favorito alla vigilia. Un autore già premiato a Locarno nel 2014 per la regia. La pellicola racconta di una 55enne capoverdiana – l’attrice omonima si aggiudica anche il pardo per la migliore interpretazione femminile – che arriva a Lisbona dopo decenni di attesa ma pochi giorni dopo il funerale del marito. Il suo è un cinema che non lascia nulla al caso, ogni aspetto è studiato nei minimi dettagli e ogni inquadratura ha una sua ragion d’essere, ma in modo anti-narrativo. Infatti, il suo è anche un cinema che parla a una élite e si dimentica della gente comune, che invece ama le storie, la narrazione. La giuria l’ha adorato («è un film che entra di diritto nel patrimonio mondiale» ha detto la presidente Catherine Breillat), a molti critici è piaciuto, a chi scrive no e il pubblico – con ogni probabilità- non lo vedrà.

Tornando ai riconoscimenti segnaliamo il premio speciale della giuria a PA-GO, un simil poliziesco che si disgrega minuto dopo minuto. Mentre la miglior regia è stata giudicata quella di Damien Manivel per Les enfants d’Isadora.

Il pardo per la miglior interpretazione maschile è finito, meritatamente, nelle mani di Regis Myrupu bravissimo in A Febre. Mentre le menzioni speciali sono state date allo stravagante indonesiano Hiruk-Pikuk Si Al-Kisah e all’italo argentino Maternal.

Il senegalese Maamum Nafi si porta a casa il pardo d’oro per la sezione Cineasti del presente. Mentre nei cortometraggi internazionali ha sbaragliato la concorrenza il turco Siyah Günes. In quelli nazionali, invece, Mama Rosa di Dejan Barac.

Camille, di Boris Lojkane.

Il premio della Piazza Grande, quello cioè attribuito da pubblico, ha visto il riconoscimento per il francese Camille di Boris Lojkane. E il riconoscimento della giuria ecumenica è stato dato a Maternal di Maura Delpero.

Si chiude con questi verdetti la prima volta di Lili Hinstin alla direzione. Una prima positiva e che ha portato a Locarno diverse buone cose. Infatti, si sono visti 245 film e 432 proiezioni, abbiamo potuto ascoltare personaggi di tutto rispetto come Fredi M. Murer, Hilary Swank, SONG Kang-ho, BONG Joon, Claire Atherton, John Waters e Enrico Ghezzi. Senza dimenticare i 9300 spettatori che hanno gremito la Piazza Grande per Tarantino e Joseph Gordon-Levitt (con il film 7500). E come scordare l’apertura con l’italiano Magari, (il film d’esordio di Ginevra Elkann) e la chiusura di questa sera Tabi No Owari Sekai No Hajimari (To the Ends of the Earth) del maestro giapponese Kiyoshi Kurosawa.

Nicola Mazzi

 

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