Si è svolta a Villa Ciani a Lugano, la presentazione della piattaforma didattica digitale Le vite dei Giusti per raccontare la vita delle persone ricordate nel Giardino dei Giusti di Lugano e sono stati posati due nuovi alberi dedicati a Marietta Crivelli Torricelli e Federica Spitzer. A seguire si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Spitzer 2019 alla Scuola Media di Chiasso e una performance teatrale al Parco Ciani di alcuni alunni della scuola. Durante la presentazione sono intervenuti il Sindaco di Lugano Marco Borradori, il Capodicastero cultura, Roberto Badaracco, il Presidente della Fondazione Federica Spitzer Moreno Bernasconi, la responsabile del Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI Sonia Castro, il Presidente della Commissione Federale contro il razzismo Martine Brunschwig Graf e il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Marco Borradori ha voluto sottolineare che l’evento odierno ha segnato una nuova tappa di educazione, democrazia e rispetto dei diritti umani, temi cui la città di Lugano tiene particolarmente. Il Giardino dei Giusti inaugurato a Lugano l’aprile scorso è infatti in assoluto il primo in Svizzera. Come ha poi ricordato: i Giusti non erano necessariamente eroi, sono persone che hanno scelto di non girare lo sguardo di fronte a ciò che vedevano e non condividevano. Roberto Badaracco ha invece sottolineato l’importanza di far passare un messaggio etico-morale legato al territorio: si tratta infatti di figure importanti della società luganese e ticinese che hanno operato in silenzio secondo coscienza e morale. Ha anche ringraziato sentitamente Pietro Montorfani: collaboratore scientifico dell’Archivio Storico di Lugano. Ha poi preso la parola Moreno Bernasconi che ha voluto soffermarsi sull’importanza dell’educazione che viene dal basso, non per decreti calati dall’alto perché di questi è pieno il Novecento, di ideologie che toglievano la libertà per realizzare mondi perfetti che non si sono mai realizzati. Il motivo per cui sono state scelte queste due figure femminili è perché bisogna riflettere su ciò che hanno fatto: Federica Spitzer si è fatta deportare per salvare i propri genitori e Marietta Crivelli Torricelli ha dato la sua vita per chi soffriva. È seguito poi l’intervento di Sonia Castro che ha raccontato com’è sorta l’idea della piattaforma digitale: dalla lettura del libro Non è la fine di Piotr Cywinski, direttore del museo di Auschwitz. Non esiste infatti fine alla memoria né al male: Federica Spitzer ancora a distanza di molti anni dalla fine della guerra ricevette dalle poste ticinesi un’aperta lettera di minaccia che recava una svastica.
Sono poi seguiti l’intervento in lingua Francese di Martine Brunschwig Graf e la consegna del Premio Spitzer 2019 che si rivolge alle scuole della Svizzera Italiana. Ogni anno vengono proposti tra i dieci e i dodici progetti elaborati dal corpo docenti sulla tematica dei conflitti; in questo senso il premio Spitzer si inserisce in un contesto di attualità.
Francesca Rossetti