Cultura

Presentato il Festival Poestate

Festival Poestate

È stato presentato, oggi, nella Sala del Consiglio comunale di Lugano, il festival Poestate, edizione 24 (l’anno prossimo quindi si festeggerà il venticinquesimo), un nutrito programma esteso su tre giorni (30, 31 maggio e primo giugno) con alcune novità.

Dopo il breve, rituale, augurio del sindaco Marco Borradori, ha preso la parola Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura, sottolineando il primato di questa manifestazione che ha preceduto altre, come Chiassoletteraria, Babel, gli Eventi del Monte Verità… E ne ha lodato la capacità di entrare nel territorio, coinvolgendo più persone anche a livello internazionale. Così come la direttrice Armida Demarta si è soffermata sulle caratteristiche di pluralismo e sperimentazione di questa rassegna che guarda al futuro, pur con le difficoltà, gli ostruzionismi di “un sistema inquinato” e la “pessima politica culturale cantonale”, auspicando una maggiore armonia per lavorare meglio.

Questo, prima di illustrare il programma che, sotto il titolo di Concept, presenterà le installazioni del Residenti Team, quindi realizzate da ospiti che saranno presenti durante tutti i giorni dell’evento. Ci saranno libri, incontri, letture, presentazioni che vedono coinvolti poeti di generazioni diverse, affermati, emergenti, dilettanti. Un appuntamento in collaborazione con Rete Due, diversi guidati da Gilberto Isella che, tra l’altro, pure lui ha voluto indicare quell’apertura pluralistica non rispettata da altre manifestazioni. Si parlerà del rapporto tra parola, corpo e teatro con Cristina Castrillo e di Beat Generation italiana con Arminio Sciolli. Ma un momento clou aperto alla più ampia partecipazione dovrebbe essere costituito dal dibattito pubblico Cultura di stato e cultura indipendente tra autoreferenzialità e apertura, il 30 maggio. Altra novità la “coda” del due giugno nel Bar Laura di Afterpoestate, reading con diversi ospiti. Per un approfondimento del programma rimandiamo al Magazine di sabato, riservato agli abbonati.

Manuela Camponovo

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