Verrà presentato giovedì prossimo, 28 febbraio, alle ore 18 in aula A21 all’Università della Svizzera italiana, l’ultimo lavoro della prof.ssa Carla Mazzarelli, “Dipingere in copia. Da Roma all’Europa (1750-1870)”.
Biografie di artisti, storie e trattati d’arte, lettere pittoriche, dizionari artistici consentono di ripercorrere i molteplici ruoli, significati e funzioni affidati alla copia pittorica dal Rinascimento al Romanticismo. A fare eco alle teorie sono però le pratiche artistiche, quelle soprattutto che si declinano sullo sfondo di Roma, capitale cosmopolita della formazione artistica tra la metà del XVIII secolo e la fine del potere temporale della Chiesa. Diari di viaggio, taccuini, carteggi degli artisti, le richieste per ottenere una licenza a copiare in musei, palazzi e chiese: attraverso i molti racconti che emergono da questa cospicua documentazione, nel libro di Carla Mazzarelli, Docente ricercatrice all’ISA (Museologia e Museografia) e all’ISI (Storia dell’arte moderna), vengono restituite continuità e fratture della scuola di Roma tra età dei Lumi e seconda Restaurazione. La copia pittorica dalle opere di Raffaello, di Michelangelo e del Seicento romano è tuttavia anche un oggetto di esportazione, richiesto da Accademie e committenti di tutta Europa, a Londra, San Pietroburgo come a Parigi.