Promuovere il dibattito sulle pari opportunità: l’appello di FAFTPlus
Rendere possibile con regolarità un dibattito in Gran Consiglio sulle pari opportunità e sulla parità salariale in Ticino. È quanto chiede la mozione presentata da Anna Biscossa e cofirmatari-e. La Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus (FAFTPlus), in particolare, esorta il Parlamento ad accogliere durante la prossima sessione del 6 novembre 2023 il rapporto di minoranza redatto dalla deputata Roberta Passardi.
Secondo FAFTPlus, la Svizzera, e in particolare il Ticino, in materia di pari opportunità e parità salariale «avanza troppo lentamente, nonostante i vari strumenti, basi legali e dichiarazioni d’intenti messi a disposizione e promossi da Governo e Parlamento». «Ancora oggi», viene fatto notare, «le donne guadagnano in media il 18% o 1’500 franchi al mese meno degli uomini», un divario salariale che si traduce, in età avanzata, in divario pensionistico e «che troppo spesso significa per le donne una terza età in povertà». Per FAFTPlus le cause di questo divario sono molteplici, dalla «mancanza di una politica al passo con i tempi», che dovrebbe invece favorire la conciliabilità famiglia-lavoro, all’esclusione di molte donne da posizioni dirigenziali e di responsabilità. In Svizzera, si precisa nel comunicato, «le donne rappresentano solo il 29% di chi siede nei Consigli d’amministrazione delle maggiori imprese, mentre nelle direzioni la rappresentanza delle donne scende al 19%». Viene menzionata anche la violenza di genere, che «continua ad essere una piaga sociale che emargina ed esclude le donne toccate». Spesso, si spiega, «le vittime fanno fatica a costruirsi una nuova vita e ad accedere a un lavoro che permetta loro di vivere autonomamente».
Un regolare dibattito a livello parlamentare – ne è convinta FAFTPlus – aiuterebbe dunque ad accrescere la consapevolezza dei politici, ma anche di tutta la popolazione, dell’ampiezza della parità negata alle donne, favorendo di fatto il raggiungimento dell’obiettivo della Strategia parità 2030: «Donne e uomini partecipano con le stesse opportunità alla vita economica, familiare e sociale, fruiscono per tutta la vita della stessa sicurezza sociale e realizzano le loro aspirazioni in un ambiente improntato al rispetto e privo di discriminazioni e violenza».