Sabato 2 marzo 2024 si è svolto al LAC l’appuntamento Quando le donne si scrivono. I carteggi tra Sibilla Aleramo/Irene Marcionetti e Alba de Céspedes/Adriana Ramelli, intellettuali del Novecento per il ciclo Colazioni letterarie.
L’argomento principale riguarda la sorellanza tra le donne di cultura ticinesi e italiane del Novecento, attraverso la riscoperta di lettere di reciproco sostegno femminile in un contesto storico e letterario completamente dominato dall’ottica maschile.
Nell’incontro di circa un’ora, organizzato da Isabella Lenzo Massei (responsabile mediazione culturale LAC Edu) e Giada Moratti (LAC Edu), in collaborazione con la Società Dante Alighieri Lugano e con il patrocinio della Fondazione Elvira Badaracco di Milano e degli Archivi delle Donne Ticino di Massagno, le ricercatrici ticinesi Giorgia Sassi e Miriam Nicoli hanno presentato parte dei loro studi – ancora inediti e che verranno pubblicati entro breve – sui carteggi riscoperti.
Nell’introduzione affidata a Yvonne Pesenti (Archivi delle Donne Ticino) è stata evidenziata l’importanza storica e letteraria di questi due studi, non solo per il Ticino, ma per l’intera Svizzera e per la vicina Italia. La scrittura femminile è affiancata infatti dai legami culturali tra Svizzera e Italia nel Novecento. Giorgia Sassi, dottoranda e ricercatrice presso l’Università di Friborgo, si occupa della figura chiave di Irene Marcionetti e della riscoperta del carteggio con Sibilla Aleramo.
Maestra di scuole elementare, giornalista e scrittrice, Marcionetti nasce a Sementina nel 1905 e muore a Locarno nel 2004. Nel 2003, a 98 anni, decide di trasferirsi a Minusio; durante il trasloco, le nipoti ritrovano diverse carte, tra cui quaderni, poesie e alcune lettere della scrittrice italiana Sibilla Aleramo (1876-1960), che datano dal 1929 al 1943. Lo scambio tra Marcionetti e Aleramo inizia effettivamente nel 1929, ma sappiamo che durerà fino al 1954, per un totale di 65 lettere. Grazie a questo ritrovamento, la nipote Michela Persico Campana pubblicherà nel 2005 Graffiando il Novecento (Balerna, Edizioni Ulivo) – proposta in una seconda edizione nel 2007 –, in cui raccoglie le poesie inedite di Marcionetti, accompagnandole a una biografia le cui testimonianze uniscono i testi in prosa e in versi della scrittrice.
L’opera è indispensabile per la riscoperta e lo studio di questa figura storica. Lo scambio epistolare tra Marcionetti e Aleramo si basa su una sorellanza sentita: Marcionetti scrive di sua iniziativa ad Aleramo per manifestarle la sua solidarietà. Quest’ultima è infatti criticata aspramente in Italia per le sue scelte di vita, ossia il rifiuto di un matrimonio violento e la conseguente perdita della custodia del figlio. La risposta di Aleramo arriverà da Ascona dopo qualche mese di attesa. Le due si incontreranno ufficialmente il 6 settembre del 1929; da quel momento si instaurerà un’amicizia di penna che durerà, come detto, fino al 1954.
I temi rilevati da Sassi in questo carteggio di lunga durata sono molteplici. Emerge per esempio il profilo personale di Marcionetti, una donna con un carattere particolarmente timido e riservato che non le permetterà di condividere in maniera serena le sue opere letterarie. Nelle lettere, parla di sentirsi “moralmente umiliata” dalla forte opposizione suscitata dagli articoli che pubblica in Ticino, cosa che la porterà a chiudersi maggiormente in sé stessa e a evitare la pubblicazione delle sue opere.
Uno dei temi fondamentali è la questione intellettuale: Marcionetti descrive le sue difficoltà nel conciliare il lavoro alla sua passione da scrittrice. Il ruolo di maestra era necessario per il mantenimento sociale, ma insufficiente per la sua sete di conoscenza. In questo senso, lo scambio con Aleramo diventerà un rifugio significativo: la sorellanza è un mezzo di emancipazione intellettuale.
Questo stesso tema affiora anche nel carteggio tra Alba de Céspedes (1911-1997) e Adriana Ramelli (1908-1996) presentato da Miriam Nicoli, storica e dottore di ricerca. Le due donne sembrano avere esperienze diverse: Ramelli, prima direttrice donna di una Biblioteca cantonale in Svizzera, responsabile della Biblioteca cantonale di Lugano dal 1941 al 1973, è totalmente concentrata sullo studio e sul lavoro; Alba de Céspedes, scrittrice italiana di origini cubane, è abituata invece alla vita pubblica e mondana e viaggia moltissimo. Si incontrano a Lugano nel 1954 in occasione di una conferenza e inizia così uno scambio intenso tra lettere, cartoline e telegrammi, fino al 1990.
Nicoli elenca alcuni dei temi emersi da questo scambio. Il primo riguarda il lavoro intellettuale, dominato completamente dal genere maschile. Ramelli viene riconosciuta solo parzialmente per il suo lavoro culturale per la Biblioteca cantonale.
Il secondo tema concerne l’impegno politico, precluso alle donne nelle sue vie ufficiali. La penna diventa il simbolo della causa femminile: Ramelli e de Céspedes sono consapevoli del loro importante ruolo nell’emancipazione femminile e sensibilizzano le altre donne alla democrazia, alla libertà e alla parità di genere. Per Ramelli, la biblioteca è il luogo dell’educazione alla democrazia e la sua posizione come responsabile è perciò da considerarsi politico.
Il terzo tema presentato riguarda, ancora una volta, la sorellanza. Nicoli ricorda che il team della Biblioteca Cantonale sotto la guida di Ramelli è il primo team dirigenziale di un’istituzione culturale completamente al femminile in Svizzera. La sorellanza diventa una vicinanza spirituale, uno spazio di discussione alternativo e un sollievo per le donne, che si rispecchiano nelle problematiche e nelle vicissitudini delle altre figure femminili.
Il ritrovamento di questi due carteggi e la loro prossima pubblicazione sono essenziali a livello storico e letterario: affiora una forte partecipazione al rinnovamento dei ruoli sociali delle donne durante il Novecento. Si possono così studiare in maniera più ravvicinata gli sforzi di queste quattro donne nell’emancipazione femminile e nella creazione di una sorellanza solidale a livello internazionale.
Yuksel Degabriel