Teatro

Quell’ispirazione nata da un pacchetto di farina

È bello che gli artisti del Laboratorio Internazionale del Teatro delle Radici rappresentino agli Incontri qualcosa che appartiene alla loro tradizione culturale, come è avvenuto oggi nello spazio dello Studio Foce, sedie a semicerchio, tutte occupate da una platea attenta. Augusto Bitter, venezuelano che vive a Toronto e che ha lasciato il suo paese all’età di dieci anni, ha voluto lavorare sulla relazione tra cibo e teatro, rievocando un famoso piatto nazionale, reperibile oggi facilmente in Canada ma non in quella nazione martoriata, dove si vive una situazione terribile.

Quel cibo è la farina bianca di mais sul cui pacchetto figura un volto di donna che tutti riconoscono lì come icona di quel gusto, di quella farina che impastandola e fritta o cotta diventa arepa, un fagottino da tagliare e da riempire con quello che si vuole… Su queste basi è stato inventato lo spettacolo in divenire, ricordando nel trucco, in quel foulard annodato, la donna il cui volto appare sul pacchetto. Echi di percussioni tribali africane, movenze coreografiche, seduzioni, frasi e canzoni in spagnolo, una telefonata femminile che richiama la tragedia attuale, le mani che impastano, farina e acqua e che come una plastilina possono creare figure come una lumaca…

 

Reina il titolo, dice, come Reina vuol essere quella figura nobilitata, anche se ha le sembianze di una serva al tempo delle colonie; Reina come maschio travestito che si trasforma in “Queen” e Reina perché una delle sorelle di sua madre aveva questo nome, spiega Bitter. C’è ancora da lavorare ma il pubblico sembra subito conquistato.

Gli Incontri aperti si chiudono domani con la compagnia Opera RetablO di Ledwina Costantini e Daniele Bernardi, inutile dire due fedelissimi del TdR, in Lady Shakespeare, un lavoro in corso incentrato sulle figure femminili, in particolare sulla relazione delle donne con il potere. Potere esercitato, subìto, bramato, combattuto. Prendendo spunto dagli “scottanti temi che scuotono la società contemporanea”: discriminazioni di genere, prevaricazioni, soprusi, abusi. “Le donne di Shakespeare, dunque, come portatrici di un’attualità perturbante e scomoda”, si legge nel programma (ore 18.30, sala del Teatro delle Radici a Lugano).

Manuela Camponovo

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