Lutto

Ricordando Antonio Zanoletti

Antonio Zanoletti

Antonio Zanoletti

Sono sempre stato dell’idea che certe situazioni certi avvenimenti, bisogna accompagnarli con il silenzio, e con la voce discreta e silenziosa di ciò che si sente dentro. Il 4 luglio, io ed Antonio Zanoletti ci siamo sentiti via WhatsApp con i messaggi, che in quest’era, hanno reso tutto, forse, freddo e spietato.

Ed oggi 6 agosto, ho saputo da Tomas Chiesa, amico e fonico della RSI, con il quale ho collaborato in tante produzioni che Antonio è morto (7 luglio red). Cosa dire? Ci sarebbe tanto. Ma a volte le cose che diciamo di una persona, si usano alla fine, per esaltare se stessi e per far vetrina del nostro ego.

Dirò poco, anche se sento molto.

Antonio era un attore di tradizione, di altri tempi; dove non si pensava a far vedere come si era bravi, ma com’era bello quello che si faceva. Persona pregevole, e che non aveva bisogno di apparire e di far sfoggio di se stesso. Un uomo, una persona che metteva la sua identità personale nel mondo del teatro.

Abbiamo tanto parlato di come oggi, persone eccelse e preparate come lui, vengano trattate male, da addetti ai lavori arroganti, impreparati e protetti; ci sarebbe da fare una dissertazione sull’argomento, ma questo, è un ricordo di un attore ed un amico notevole, quindi continuiamo a camminare nella sua pura e sana memoria.

Ho avuto l’onore e la gioia di lavorare con lui nella tetè d’or, di Paol Claudel alla RSI. Mi sono sentito come sotto l’ala di un padre. Per tenere la sua memoria viva ogni tanto rileggo i messaggi che dal 2018 ci scambiavamo.

Non dimenticherò quel primo atto: c’erano solo lui e Claudio Moneta, io facevo la parte del vecchio, quattro battute, ma come dice Ulisse nel film “Troy”, mi ha dato l’occasione di recitare con i giganti. Di recitare con Antonio Zanoletti. Grazie e buon viaggio amico mio.

Roberto Albin

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