Recensione

Riportata all’antico splendore la chiesa abbaziale di San Martino a Disentis

Come raccontare la bellezza di una chiesa annessa a un complesso monastico di oltre 1400 anni fa e appena restaurata? Anzitutto, sicuramente, con le immagini. Tante immagini che da sole raccontano di una storia, una volta allontanata l’usura del tempo, appena “ricominciata”; un filo che si riavvolge, e che ci porta direttamente nel cuore di una pagina di storia svizzera, legata alla tradizione spirituale benedettina, e nel cuore delle Alpi, dove è situata la chiesa abbaziale di S. Martino.
Immaginiamoci proprio lì, a Disentis, di fronte a una delle abbazie più antiche a Nord delle Alpi: secoli di un cammino interrotto; una ricca tradizione spirituale tramandata da una vivace comunità monastica, nello spirito di San Benedetto, compatrono d’Europa; infine, un patrimonio artistico-religioso dall’indubbio valore, che testimonia di quanto la vicinanza a Dio sia naturalmente portata a tradursi in bellezza. Tutto questo dice l’esigenza dei restauri, in particolare della chiesa del monastero, avvertita come compito urgente dai monaci; un “progetto ambizioso” – nelle parole stesse dell’abate Vigeli Monn, che presenta gli antefatti nel libro appena edito L’«Arca Bianca» di Disentis (2020) – che la comunità ha incominciato nel 2016, prefiggendosi un obiettivo ben stabilito: che tutto “risplenda del suo antico splendore”, come indica programmaticamente la copertina del libro.

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