Seppur in ritardo di quindici giorni, come ogni anno, è tornato a Sanremo il re dei Festival della canzone italiana.
Una 71ª edizione controversa, criticata e in bilico, ma fortemente voluta dal suo conduttore e direttore artistico Amadeus, che in un anno particolare come questo non ha voluto rinunciare alla kermesse. I molti lavoratori dello spettacolo ringraziano e (forse) anche una larga fetta di pubblico casalingo (quest’anno il pubblico in sala non è presente in rispetto della normative anti-covid19), tanto che sui social pare essere l’edizione più seguita.
In attesa del gran finale, che si terrà questa sera in diretta RAI, andiamo a sbirciare i look delle precedenti serate, in cui si sono succedute nuove proposte e ritorni di fiamma. Sul palco dell’Ariston, anche stavolta, se ne sono viste delle belle. Ma non perdiamo altro tempo … Ecco a voi alcuni top e (ahimè) flop visti in queste ultime serate.
NOEMI: voto 10
Sirena della prima puntata. Scende dalla scalinata più famosa d’Italia con un abito bustier diamante dell’archivio di Dolce & Gabbana, collezione 2007/2008 che mette in risalto il suo sorriso, ma soprattutto la sua nuova silhouette. Frutto di un lungo e difficile percorso, fisico e psicologico.
Il voto va anche alla sua determinazione e voglia di farcela. Un messaggio importantissimo per tutti: MAI MOLLARE!
LAURA PAUSINI: voto 6
Fresca vincitrice di un Golden Globe come miglior canzone originale Io si, colonna sonora del film The life ahead. La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren. Un po’ impacciata, sarà colpa dell’emozionante palco di Sanremo o della sua mise Valentino? Molto bella la cappa in chiffon e ricami di pailettes, mal abbinata però al top a collo alto in pizzo e rete e soprattutto ai lunghi guanti in pelle. L’insieme risulta too much, non valorizza e anzi, appesantisce la figura della cantante. Stavolta i complimenti li merita “solo” per la sua voce e la statuetta.
FEDEZ e FRANCESCA MICHIELIN: voto 4
Insieme in gara, durante la serata dei duetti cantano: “Vestiti da Sandra che io faccio il tuo Raimondo”. Detto… fatto. I due outfit, lei in Blumarine, lui in total Versace, non sono coordinati. Forse sarebbero stati più idonei ad una serata danzante in maschera, non al Festival. Salviamo però il bel gesto fatto da Francesca a fine esibizione, quando offre il mazzo di fiori a Federico. Viva la parità dei sessi!
BEATRICE VENEZI: voto 9
“Direttore d’orchestra con l’animo pop”, così l’ha definita Amadeus durante la presentazione della quarta serata. E definiamo anche il suo buon gusto, fatto di abiti preziosi ed eleganti, disegnati dalla sapiente mano di Giorgio Armani. Entrambe le mise che sfoggia sono azzeccate, in stile con le sue affascinanti apparizioni in bacchetta nei teatri di tutto il mondo. Sicuramente a proprio agio nel luogo e nella situazione.
MALIKA AYANE: voto 8
Oltre alla bella voce, la cantante si contraddistingue sempre per la sua grinta e il suo carattere e per gli innumerevoli e colorati tatuaggi che questa volta, però scompaiono sotto alla favolosa e super scollata tuta in velluto, rete e cristalli di Giorgio Armani. Chic, elegante e mai scontata!
ARISA: voto 4
Arisa si sa, è sempre stravagante e particolare nei suoi look e negli atteggiamenti, a Sanremo si presenta invece con sobrietà. Per lei, sono stati scelti dei tailleur. Nella prima serata per esempio, ne indossa uno total red di Maison Martin Margiela. Peccato solo per la taglia, totalmente sbagliata. Il fitting è oversize e fa sparire la cantante in giacca e pantalone. Poco sobrie e delicate manicure e make up, che accentuano i tratti del suo viso, per non parlare dell’acconciatura. Una coda di cavallo bassa arrotolata all’interno di un tubo metallico.. al look si addice il titolo della canzone che porta in gara: Potevi fare di più.
ACHILLE LAURO: 10 E LODE
Ospite fisso della kermesse, non sbaglia un colpo, come sempre.
Decide di portare all’Ariston ogni sera un quadro diverso, di proporre un viaggio nei generi musicali attraverso delle rappresentazioni che incarnano non un personaggio ma l’essenza del genere. Parte dal glam rock, che contiene il messaggio di essere sè stessi, poi il rock’n’roll. Poi ancora il pop, che in Italia è un genere banalizzato perché considerato frivolo, superficiale. Infine il punk, con la performance della quarta serata. Dice: «Il punk è casino e Fiorello era perfetto perché avrebbe legittimato questa messa in scena su un palco così importante. Ho portato con me la mia band e il mio chitarrista storico Boss Doms, con cui affrontammo il Sanremo che probabilmente ci ha resi quello che siamo oggi. E ho voluto fare un omaggio al quadro La libertà che guida il popolo e al Sid Vicious di May Way che scende la scala».
In attesa di scoprire cosa ci riserverà l’ultimo quadro di questa sera, riguardiamo i suoi outfit, tutti firmati Gucci e apprezziamo la sua capacità di indossarli, di immedesimarsi in ogni personaggio e di renderli un capolavoro.
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Marta Corti