Sebastiano Pau-Lessi, in arte Sebalter, ha concretizzato e coronato il suo sogno, esibendosi ieri sera al LAC, con la sua band e l’Orchestra della Svizzera Italiana. Il cantautore ticinese ha proposto brani dei vecchi e del nuovo album, arrangiati in chiave sinfonica per l’OSI, dal maestro Emil Spanyi e da Daniel Macullo.
Sebalter è riuscito ad ottenere al LAC un notevole successo di pubblico che, nella sua eterogeneità, ha registrato il tutto esaurito. L’intento è dunque diventato realtà, riuscendo ad avvicinare due generi e due linguaggi musicali diversi, che si sono incontrati, dialogando e dando vita a un concerto sinfo-pop-folk, con anche il tipico stile della musica irlandese, unito alla performance dei musicisti del gruppo, ai due coristi, e a Sebalter che ama saltare mentre suona il violino. Dopo due anni di preparazioni, è salito sul palco del LAC a piedi nudi, rompendo le regole che impongono alla musica classica e sinfonica, e di riflesso alla compagine orchestrale e alla sala, un certo rigore, vivacizzando e interagendo con il pubblico, chiamato a battere le mani, al ritmo dell’esecuzione, tra duetti di trombe, oboe e clarinetti. Anche il contrasto evidente della mise degli orchestrali e quella della band ha trovato la sua collocazione, mantenendo intatta, da ambo le parti, ognuno la propria identità musicale, che si è fusa in un piacevole, coinvolgente e ben riuscito crossover. In alcuni pezzi si è lasciato ampio respiro all’esecuzione dell’OSI mentre in altri pezzi è prevalsa l’esibizione della band. Il protagonista era Sebalter, insieme alla sua band, con alle spalle musicisti di musica classica di livello e di assoluto rispetto.
Ma per non perdere il suo carattere elettrizzante Sebalter ha cantato Vancouver invitando il pubblico ad accendere la luce dei cellulari, come è d’abitudine fare nei concerti rock.
Nicoletta Barazzoni