Nella freddolosa domenica novembrina, un chiassoso affollamento, con ricerca dell’ultimo posto al Teatro Foce, ha battezzato il primo appuntamento luganese della rassegna per famiglie Senza confini. Un’eterna favola, sempre di nuovo narrata in molteplici modalità, dinamicamente animata con brillanti ma essenziali trovate e colonna sonora vivacemente contemporanea, è l’allestimento di Cappuccetto rosso a cura della bolognese La Baracca Testoni Ragazzi. I due interpreti, Fabio Galanti e Carlotta Zini, diretti da Bruno Cappagli, si contendono i ruoli di lupo e bambina a suon di cuscinate e inseguimenti. Una struttura pieghevole è il posto ideale per nascondersi ed inventare agguati, ma è anche libro della favola, tetto della casa della nonna e, con oscure proiezioni, allude pure al bosco tenebroso che porta paura in sala tra i piccoli spettatori, ma è anche il verde luminoso dei prati sui quali la bambina, lasciato il sicuro sentiero, s’intrattiene a raccogliere fiori: un inno gioioso alla libertà sebbene non priva, come sappiamo, di pericoli. Fiaba sempre di nuovo narrata e ricominciata nei suoi capitoli topici, le raccomandazioni della mamma, l’incontro con il lupo, l’arrivo dalla nonna divorata nel frattempo. Ma come bambini litigiosi, nell’ora della buona notte, ognuno cerca di prevalere e naturalmente quando il lui più anziano incarna Cappuccetto oppure lei la bestia feroce si ottengono straniati effetti comici. Rumorosa la partecipazione dei piccoli spettatori particolarmente irrequieti oggi pomeriggio. Ma chi era veramente il lupo chiedono i due attori alla fine e sembra vincere lui, per alzata di mano e immaginiamo plausibilità.
Prossimo appuntamento a Lugano il 16 dicembre con Il piccolo clown della Compagnia dei somari e Aria Teatro di Trento (dai 3 anni e per tutti).
di Manuela Camponovo