Di rappresentazioni, soprattutto per ragazzi, che sollecitano la partecipazione attiva degli spettatori, ce ne sono tante. Ma Casca il mondo casca la terra – Ballata dei contrari, che oggi pomeriggio ha inaugurato la rassegna al Foce di Lugano, la richiede dall’inizio alla fine, con garbata ironia ed un coinvolgimento che trascinano divertimento ed entusiasmo. Una sedia e la chitarra “Giuseppina”, detta Bettina, bastano a Beppe Rizzo dell’Oltreilponte Teatro, per narrare la sua storia, in sé non originalissima, ispirata al racconto di Valentina Diana, che mette a confronto un Nord, sulla montagna, dove tutto è ghiaccio, e il Sud di un villaggio ai piedi del monte, dove tutto è sabbia, e al freddo si sostituisce il caldo; due mondi dominati dai rispettivi re tiranni ed egoistici che vogliono solo per loro enormi calorifero e ventilatore e che seminano pregiudizi e calunnie, incolpando dei loro tormenti l’altrui diversità, in basso e in alto. Naturalmente interverranno a rimediare e a salvare il futuro la purezza e il coraggio di due ragazzini, un bambino e una bambina, lei, ovviamente, un po’ più sveglia! Narrata e cantata la vicenda assume colori e vivacità, la platea non era folta ma sembrava molto più numerosa quando, invitata dall’attore, si cimentava nei battimani a tempo, nella ripetizione canora dei ritornelli; non solo, ma anche nella mimica sonora di brividi per il freddo, di ansimante calura per il caldo o nell’agitazione guerresca quando i due villaggi avevano deciso di combattersi. Saranno i bambini a chiamare a raccolta il popolo ferito in battaglia, a mostrargli le malefatte dei loro re e a proporgli di creare un nuovo villaggio a metà strada, né troppo freddo, né troppo caldo, tiepido.
Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:
L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite
l'apposito formulario.