Teatro

Senza confini prosegue con “Una bellissima catastrofe”

La rassegna Senza confini – grandi e piccini insieme a teatro prosegue al Teatro Foce di Lugano, domenica 1° dicembre alle ore 16.00 (replica per le scuole il giorno seguente alle ore 09.30) con lo spettacolo Una bellissima catastrofe (per tutti, dai 5 anni), scritto e diretto da Luca Chieregato. Una produzione del Teatro Pan, con Umberto Banti, Viviana Gysin e Cinzia Morandi, che riandrà in scena in occasione del decennale della creazione dello spettacolo.

Nel seguito la recensione di Una bellissima catastrofe, apparsa il 7 dicembre 2013 sul Giornale del Popolo, nell’ambito dell’anteprima dello spettacolo svoltasi al Teatro Foce, sempre all’interno della rassegna Senza Confini.

Quando le fiabe si ribellano

L’anteprima di settembre aveva riscosso un brillante successo, adesso è arrivato il momento del debutto ufficiale per “Una bellissima catastrofe!”, in scena domani al Teatro Foce di Lugano (ore 16), nell’ambito della rassegna Senza confini, grandi e piccini insieme a teatro. Nella nuova produzione del Teatro Pan (diretta da Luca Chieregato che ha scritto anche il testo), la scenografia è costituita da un grande colorato libro che, aprendosi, come una casa di bambole svela diversi piani, un letto, un bosco… in rappresentanza simbolica di fiabe differenti che possono avvicendarsi nelle pagine e nella lettura. La favola, si sa, è quella dell’eterno “C’era una volta” che inizia e si ripete sempre uguale, nella rassicurante replica infantile di un racconto che dovrebbe concludersi con “… E vissero per sempre felici e contenti…”. Troviamo Cinzia Morandi nella parte di una sorta di maga-strega che, diretta da una invisibile e minacciosa entità misteriosa, veglia sulla narrazione perché tutto vada come deve andare e come sempre è andato; un’esecutrice, dal piglio di pignola maestrina, dei comandi di un destino in cui le Belle addormentate si risvegliano, le Cenerentole vanno ai balli, Biancaneve resuscita e tutte sposano il loro Principe Azzurro, mentre i lupi cattivi sono davvero cattivi e quindi vanno uccisi (esattamente come ai nostri giorni). Ma, è qui l’idea brillante e originale, succede una specie di cataclisma, di ribellione dei personaggi, e quando il libro è riaperto per l’ennesima volta, ci si accorge che nessuno è più al suo posto. E allora cosa può succedere ad una ragazzina un po’ svampitella, figlia di re e abituata ad essere servita e riverita se si trova sbalzata all’avventura con quel ragazzaccio di un lupo senza arte né parte? Teatralmente l’incontro è esilarante, grazie alle sottolineature comiche di Viviana Gysin e di Umberto Banti che, in particolare, fa del suo animalesco figuro una maschera di irresistibile e ironica simpatia, a riscatto di tutti i solitari ed emarginati, gli esclusi dalla società anche se poi sono meno malefici di quanto sembrino, a volte solo sfortunati. In fondo, prestandosi a più livelli di lettura, per bambini (dai sei anni) e per adulti, è la storia del rapporto tra due mondi diversi e della libertà d’inventarsi la vita che si vuole anche se magari non è la più facile.

Manuela Camponovo

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