Il Premio Artista Bally dell’Anno 2020, promosso dalla Fondazione Bally per la Cultura in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI), è dedicato al tema “Sloganismo e sloganismi”.
Sloganismo e sloganismi apre una riflessione sulla centralità della comunicazione anche nell’espressività artistica, specialmente nel particolare contesto di fragilità, disgregazione e incertezza della contemporaneità, dove l’icona, nel veicolare il messaggio attraverso l’immagine, diviene un riferimento significativo e indicativo dei desideri dell’umanità. L’interrogativo che si delinea verte sulle reali motivazioni dell’emersione di quel segnale che si impone e riesce a perdurare nella rapidità dei nostri tempi. L’arte, o alcuni suoi canali, non si sottrae alle complesse logiche dello sloganismo: tra arte e slogan si intrecciano percorsi e scambi creativi sofisticati, dando vita a concezioni estetiche “riformatrici” anche nei più disparati settori. Sloganismo e sloganismi è un invito a elaborare linguaggi che mettano in relazione “forma e messaggio”: una possibilità per l’artista di generare, attraverso l’opera, un’interazione che catturi lo sguardo e stimoli il pensiero.
Il concorso
Il concorso, che rimarrà aperto fino al 30 ottobre 2020, si rivolge a singoli artisti o collettivi, ticinesi o attualmente residenti in Cantone Ticino, senza vincoli di età. L’artista vincitore sarà temporaneamente presentato negli spazi espositivi di Palazzo Reali a Lugano e l’opera comissionata sarà esposta in luoghi selezionati da Bally.
Il partecipante è invitato alla riflessione sul rapporto fra il valore artistico di un’opera e i suoi significati, focalizzando l’attenzione sul ruolo della comunicazione all’interno del processo creativo e sulle reciproche “contaminazioni”, ampliate da fattori esterni come gli slogan che con la loro azione, oggi particolarmente potenziata attraverso i social network, possono influire sull’impulso ideativo. Il partecipante al Premio Artista Bally dell’Anno 2020 è libero di tracciare la propria visione attraverso la forma espressiva ritenuta più idonea, riferendo sulla percezione della “verità” contenuta negli slogan di ieri, di oggi o di domani, sui cambiamenti e sulle mire perseguite dalla “cultura sloganistica”, come pure sulla “molla idealistica” prodotta dal radicalismo di alcune prese di posizione diffuse e sul conseguente impatto sul proprio lavoro. Qui per maggiori informazioni su come partecipare.
Il tema
Il tema della tredicesima edizione del Premio Artista Bally dell’Anno 2020 ruota attorno alla parola e al concetto di slogan. Lo slogan è uno strumento immediato ed efficace che si sintetizza in una dichiarazione, un pensiero, un’idea o un’aspirazione. Utilizzato a fini politici e pubblicitari, spesso con una intenzionalità che può incidere e orientare la coscienza collettiva, uno slogan può anche assumere sfumature diverse e attribuirsi valenze idealistiche in base a profonde necessità o specifici valori. L’azione “sloganistica”, nata da spinte con valenze eterogenee tra loro, è in grado di innescare processi di interesse comune, i cui segni possono essere letti dall’artista o possono aver un impatto nel suo lavoro.
L’immediatezza delle relazioni, dei segni e delle parole che maggiormente ci colpiscono determinano un’impronta che coinvolge anche la sfera dell’arte. L’arte identifica una comunicazione, ottenuta attraverso la tecnica e i diversi medium espressivi, i cui significati non sempre possono essere codificati pienamente o contenere una dimensione subliminale o avere una valenza di metamessaggio che raggiungono livelli diversi tra loro. La formula incisiva e sintetica di uno slogan, per lo più per fini pubblicitari o politici, è il frutto di una intenzionalità che incide e orienta la coscienza collettiva, concorrendo alla formazione di un trend della società o ne è un catalizzatore. I canali di informazione e propagandistici che, per inciso, possono attingere dai linguaggi dell’arte e viceversa, interagiscono tra loro aprendo nuovi orizzonti all’immaginario universale. All’immediatezza di uno slogan, o di una immagine “sloganistica”, può corrispondere un processo trasformativo spesso non facilmente e completamente leggibile.