«Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi». Sono molto legata a questa famosa massima e soprattutto ora che siamo costretti a fermarci alla prima fase del trittico. Sembrano passati anni luce dalla normalità del muoversi, la situazione è mutata in fretta ma paradossalmente il tempo è come si fosse dilatato, perché, come narrava Thomas Mann, l’abitudine rende la durata breve, mentre con il cambiamento, lo spessore degli eventi, insomma quando capita qualcosa di differente, ecco che abbiamo una percezione più lunga della temporalità, come succede ad esempio proprio nei primi giorni di una partenza, di un trasferimento da un luogo che conosciamo nell’ambito della nostra routine ad un altro, ancora tutto da scoprire.
Adesso, da fermi, non ci resta che sognare, immaginare viaggi che forse arriveranno, un giorno. Lo possiamo fare certamente con i libri ma anche con alcune trasmissioni televisive. Ce ne sono tante che si occupano dell’argomento, ma io, come sa chi mi legge, ho una vera predilezione per quelle di Michael Portillo, anche perché al centro ci sono meravigliosi itinerari ferroviari. Dopo la recente Prossima fermata Oriente, sempre su RAI 5, l’8 marzo è iniziata la nuova serie Prossima fermata Australia in sei puntate tradotte in versione italiana, ma per quei misteriosi cambiamenti di palinsesto, il secondo appuntamento di domenica sera non è andato in onda, quello da Sydney a Broken Hill. L’esordio riguardava invece il tratto Port August-Darwin. Sempre avendo come riferimento e confronto la storica Bradshaw’s Guide del 1913, Portillo durante questa nuova avventura si arrampica sulle Blue Mountains del Nuovo Galles del Sud, esplora il remoto Red Centre australiano ad Alice Springs e le foreste pluviali del Queensland.
Le distanze sono enormi e ciò che a me interessa particolarmente è vedere all’opera il magico Ghan, il famoso treno australiano che percorre “la via dei canti”, inoltrandosi nel cuore dell’Australia, collegando l’estremo Nord tropicale dei coccodrilli e delle pitture rupestri all’oceano impetuoso del Sud o viceversa. Nel 1929 venne inaugurata la linea dell’Afghan Express, da Adelaide ad Alice Springs, sul percorso degli antichi cammellieri afghani, appunto. Ma il territorio si rivelò inadatto perché soggetto a inondazioni, incendi, invasioni di termiti che provocavano ritardi e incidenti gravi. Negli anni Ottanta, un po’ più a Ovest, vennero realizzate altre linee a prova di termiti. Piuttosto recentemente, nel 2004, la tratta è stata estesa fino a Darwin. Sono disponibili diverse classi, quelle più economiche con sedili reclinabili e bagni in comune; la Gold Class mette a disposizione cabine doppie; la Platinum è la più lussuosa, più grande, letti matrimoniali e cibo raffinato. Un viaggio affascinante, attraverso lussureggiante vegetazione tropicale; è possibile scendere a Katherine George per una crociera sul fiume; poi il bush sconfinato, una terra brulla, rocce arancioni e canguri saltellanti. All’alba si è in vista di Alice Springs dove si trova la vecchia stazione del telegrafo. Nei pressi, il Parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, il più famoso luogo sacro australiano. All’ora di pranzo il Ghan riprende la corsa verso sud con una pausa per osservare le stelle nell’isolata cittadina di Manguri. Il mattino seguente il treno attraversa i monti Flinders e il rosso intenso del paesaggio lascia il posto a un verde vivace, prima di arrivare a destinazione, Adelaide.
C’è anche il treno a vapore Hotham Valley Tourist Railway, lungo la linea per il trasporto di legname di 14 km che parte dalla città di Dwellingup e attraversa una foresta di eucalipti incontaminata.
L’altra famosa linea, che dovrebbe essere protagonista del documentario di Portillo non ancora messo in onda, è l’Indian Pacific tra Perth e Sydney. Leggo dal volume Storia del Mondo in 500 viaggi in treno (Rizzoli), dal quale ho desunto molte notizie: «L’esploratore inglese Edward John Eyre descrisse il Nullarbor Plain, nell’Australia meridionale, come “il genere di posto in cui si capita nei brutti sogni”». Nullarbor significa privo di alberi, vi vivono ancora sperdute comunità che sono toccate dalla Trans-Australia Railway (4352 km, tempo minimo di percorrenza 65 ore). La realizzazione della linea fu terminata nel 1917 ma lo scartamento non era uniforme, così per compiere tutto il tragitto, da est ad ovest, i passeggeri dovevano cambiare treno diverse volte. Nel 1970 finalmente si ebbe la prima traversata transcontinentale senza cambi. Le carrozze in acciaio sono ancora quelle d’epoca; due le classi, Golden e Platinum. Ci sono vagoni ristoranti che servono piatti locali come il canguro grigliato o il pesce barramundi. I treni sono trainati da locomotive diesel. Il servizio prevede una corsa alla settimana, se si viaggia da est ad ovest, parte da Perth la domenica alle ore 9. Attraversa la valle dell’Avon, popolata da colorati Cacatua, raggiunge campi di grano, si ferma a Kalgoorlie, dove venne scoperto uno straordinario giacimento d’oro nel 1893, di cui si può visitare la miniera a cielo aperto.
Ci si inoltra dunque nella desolata piana della citata Nullarbor, il tratto ferroviario rettilineo più lungo del mondo, 478 km, tra le stazioni di Loogana e di Ooldea. Ci si ferma a Cook, fondata nel 1917 per ospitare i ferrovieri, oggi ha meno di dieci abitanti e si possono ottenere certificati con la scritta: «Ho attraversato il Nullarbor». Si affronta quindi il Gran Deserto Victoria, passando per Tarcoola. All’altezza di Crystal Brook, il treno si dirige a sud, verso Adelaide, tra i cui sobborghi inizia la terza giornata di viaggio. Dopo questa deviazione, il treno torna a Crystal Brook per proseguire verso est. Oltrepassate le fattorie dell’Australia meridionale e la boscaglia di eucalipti, si entra nel Nuovo Galles del Sud. Il treno si arresta al remoto avamposto minerario di Broken Hill. Si riparte, osservando dune di sabbia, laghi, un vulcano estinto, e siamo al quarto giorno che s’inoltra tra le Blue Mountains, prima della discesa finale verso la costa, stazione di arrivo: Sydney.
Altre piccole tratte si possono prendere in Australia, i 16 km ad esempio del Cockle Train (1887), la più antica linea con binario in acciaio che collega Goolwa a Victor Harbor. Il Westlander (1865) che attraversa i vigneti e la Grande Catena Divisoria , partendo da Brisbane per giungere a Charleville. In 24 ore si può andare da Brisbane a Longreach, sede della Stockman’s Hall of Fame che celebra i pionieri australiani del XIX secolo. E mi fermo qui. A me sembra di averci viaggiato. E a voi?