Si è svolta ieri pomeriggio 27 ottobre la manifestazione finale del Premio Chiara, organizzata dall’Associazione Amici di Piero Chiara in collaborazione con gli eredi dello scrittore tra cui Federico Roncoroni. Alla presenza del notaio Franca Bellorini è stata decretata la vincitrice.
L’evento si è aperto con un’intervista alle finaliste: Beatrice Masini, Laura Morante e Marta Morazzoni; la prima intervistata è stata Beatrice Masini. Il nome è noto ai più come traduttrice dei libri di Harry Potter; in realtà è stata anche cinque volte vincitrice del Premio Andersen, finalista del Premio Strega e del Premio Campiello ed è Direttore editoriale di Bompiani. Il suo rapporto con Piero Chiara – ha raccontato – risale a infanzia e adolescenza con la lettura dei libri dello scrittore luinese. Protagonista del suo libro, Più grande la paura, è una bambina, Nina che viene “travolta” da fatti di cronaca che riguardano altri bambini e così cresce con la paura degli adulti. Sul suo cammino incontra però anche le figure degli “zingari” così diversi dagli adulti cui è abituata che ai suoi occhi hanno facce bellissime in maniera anticonvenzionale e sono portatori del vento dell’est che conduce lontano. È un libro che indaga le paure, quelle con cui a volte si fanno i conti e a volte non si riesce.
La seconda intervistata è stata Laura Morante, conosciuta al grande pubblico per la sua pluripremiata carriera di attrice cinematografica. Il suo libro Brividi immorali tratta il tema del conflitto tra felicità ed etica, un conflitto che l’attrice – ha sottolineato – sente molto. Nel suo libro sono inserite anche le partiture del pianista, compositore e direttore d’orchestra Nicola Piovani, amico dell’attrice. Al contrario delle altre finaliste a Laura Morante è stato chiesto non del suo rapporto con Chiara, ma di quello con un’altra grandissima scrittrice italiana: Elsa Morante, sua zia. È stato forse questo uno dei motivi per cui Laura Morante ha scelto una carriera diversa e non si è dedicata prima alla scrittura.
Infine la parola è “passata” a Marta Morazzoni che ha esordito nel 1986 con La ragazza col turbante e ha vinto numerosi premi tra cui due volte il Premio Campiello. Ne Il dono di Arianna, protagonista è la mitologia; racconta infatti di eroi e semidei in modo del tutto originale: ha immaginato ad esempio un minotauro malato di solitudine. Del suo rapporto con Piero Chiara ha raccontato di come abbia conosciuto lo scrittore ancora in vita in un momento in cui pensava di fare l’antropologa in Valcuvia.
Terminata l’intervista sono stati assegnati i premi: il primo è stato quello della stampa andato a Marta Morazzoni per il dono dell’introspezione e la raffinatezza del linguaggio. È seguita la premiazione del Premio Chiara Giovani che ha visto la vittoria di Chiara Aquilino con Pensieri di un perfetto sconosciuto. Si aggiudica un premio anche la ticinese Cecilia Spacio con Occhi di pietra con cui ottiene il Premio Regio Insubrica. Quinto posto per un’altra ticinese: Marica Jannuzzi con Liebe è amore.
Sono poi stati invitati sul palco a ritirare il premio: Davide van De Sfroos, vincitore della sezione Segnalati con Ladri di foglie per gli echi neorealisti e la ticinese Lorenza Noseda, vincitrice del Premio Chiara Inediti con Gente di frontiera per l’eleganza formale e la bella scrittura.
È seguito lo scrutinio dei voti per decretare la vincitrice: un serratissimo testa a testa tra Marta Morazzoni e Beatrice Masini che ha visto la prima trionfare con cinquantotto voti contro cinquantacinque.
A conclusione della serata i saluti finali dei giurati e il ricordo della figura di Carlo Cattaneo, cultore di libertà ed autonomie e ideale «figura ponte» tra Lombardia e Ticino.
Francesca Rossetti