“Sulla guerra. Perché non riusciamo a non farla”: il nuovo libro di Gianluca Grossi
Esce per la casa editrice ticinese Redea il nuovo libro di Gianluca Grossi, Sulla guerra. Perché non riusciamo a non farla.
Che cosa spinge gli esseri umani a fare la guerra, sebbene conoscano il disastro che essa rappresenta? Che cosa li rende incapaci di rifiutarla quando, ormai, ci sono finiti dentro e ne subiscono tutte le conseguenze, da civili e da combattenti, oppure quando la osservano da lontano? Perché caschiamo sempre nelle trappole che essa, con infinite astuzie, ci tende? Perché, insomma, non riusciamo a non fare la guerra? Sono queste le domande che Gianluca Grossi si portava dentro da tempo, maturate durante la frequentazione ravvicinata dei campi di battaglia: oggi le affronta in un nuovo libro di strettissima attualità che intreccia le riflessioni e le confessioni intime di un reporter che per anni ha raccontato, filmato e fotografato la guerra «standole dentro fino al collo, anzi oltre».
Sullo sfondo del conflitto in Ucraina, di altri conflitti cronici o appena divampati e attraverso il racconto delle cose viste e capite al fronte, degli episodi vissuti in prima persona, l’autore spiega la guerra da un punto di vista assolutamente originale, senza fare sconti nemmeno a se stesso nell’istante in cui riconosce di avere avuto bisogno della guerra, in passato, per sentirsi vivo, di averla cercata per dare un senso alla propria esistenza. Una pubblicazione controcorrente, lucida ed evocativa, per smascherare e smontare i tragici trabocchetti che la guerra ci tende, trasformandoci nei suoi volonterosi servitori. L’autore ne è convinto: riconoscere l’imbroglio della guerra permette di farla a pezzi, privarla della nostra accondiscendenza e così di costringerla ad alzare bandiera bianca. È la guerra stessa, suggerisce Gianluca Grossi, a rivolgere agli esseri umani l’implorazione a essere considerata una realtà impensabile e quindi impossibile.
Dello stesso autore Redea ha pubblicato nella collana Le Idee La libertà è una parola. Sul giornalismo apocalittico (2022).