Manca solo l’ufficialità per l’arrivo del francese Dominique Meyer a Milano come sovrintendente della Scala. Il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro, ha spiegato il 18 giugno che c’è l’accordo dei consiglieri di amministrazione. «Abbiamo trovato consenso sul nome», ha detto dopo la riunione del CdA senza rivelarlo. «Lo lascio immaginare a voi perché la prima cosa che devo fare tornato in ufficio – ha aggiunto – è chiamarlo formalmente e incontrarlo». Ci ha comunque tenuto a sottolineare che non si tratta del sovrintendente uscente Alexander Pereira.
Meyer, ex direttore generale dell’Opéra di Parigi, dal 2010 guida la Staatsoper di Vienna ed era stato selezionato dalla società Egon Zehnder che aveva presentato una lista di possibili candidati, poi scremata dal CdA. Resta l’incognita di una possibile proroga di Pereira. Il manager austriaco, che ha un contratto in scadenza il prossimo febbraio, vorrebbe restare fino alla fine del 2022 (e non meno), quando scadrà anche l’incarico del direttore musicale Riccardo Chailly. Lo stesso maestro nei giorni scorsi aveva definito «il minimo della logica» lasciarlo al comando del teatro fino ad allora. Ma su questo punto nel consiglio di amministrazione della Scala non c’è l’unanimità, anzi ci sono consiglieri esplicitamente contrari. La questione è stata quindi rimandata al prossimo consiglio, fissato per la sera del 28 giugno. Sala non ha escluso che il manager austriaco possa avere una proroga, che però non ha quantificato.
«Ci ragioneremo» – ha detto -. «A me sta sentire il sovrintendente designato e Pereira stesso per capire se è possibile trovare una formula, che potrebbe essere anche di prolungamento, ma che è tutta da costruire». Una certezza è che il contratto di Meyer partirà in ogni caso alla scadenza attuale dell’incarico di Pereira (ovvero il prossimo febbraio) o poco dopo, mentre non è ancora stato deciso se il francese sarà affiancato da un direttore artistico o, come hanno fatto Stéphane Lissner e lo stesso Pereira, ricoprirà il doppio ruolo. Anche in questo caso, ha spiegato Sala, l’ultima parola spetta al nuovo sovrintendente, che fra poco lascerà Vienna. In una intervista ad Apa, l’agenzia stampa austriaca, dello scorso gennaio Meyer ha tracciato un bilancio di quello che lascerà a Vienna. «La maggior parte dei nomi dei direttori della Staatsoper sono stati dimenticati, e anche a me succederà. Ma – ha osservato – mi sono sentito molto bene accolto dal pubblico. Toscanini una volta disse: “devi prima andare alla cassa per capire se un teatro d’opera funziona”. E il nostro registratore di cassa è pieno! Abbiamo battuto tutti i record dall’inizio della stagione in corso». E sul suo futuro aveva aggiunto: «Non farò nulla dove non posso lavorare ad alto livello. Vediamo se il destino mi riserva un altro regalo».