Ci siamo seduti più di una volta davanti alla tastiera provando a cercare le parole o il modo di concepire questa lettera, quella che da tanti anni vi spediamo per raccontare un po’ del nostro precario andare e venire e fare nel teatro.
Più di una volta ci siamo seduti e lo schermo è rimasto fisso e vuoto, come fisso e vuoto ci appare ora il presente, e per scaramanzia meglio non menzionare il futuro.
Fissi e vuoti perché sicuramente questa è la realtà di molti di voi.
Non possiamo raccontarvi del nostro attraversare il 2020 perché tutto quanto era previsto ha dovuto essere cancellato. Niente Argentina e Cile, niente Canada, niente 32° laboratorio internazionale e niente regia di Cristina al Luzerner Theater.
Siamo arrivati ai nostri 40 anni di esistenza con un groppo alla gola e la sensazione che molto di quanto successo sia irreparabile.
Per quella specie di caparbietà che ogni tanto ci prende, per quell’ istinto che più di una volta ci ha spinti siamo riusciti a salvare “Re-cordari”, il nostro spettacolo del quarantesimo. Narrare il modo, le procedure, le difficoltà, le insidie insiti in questo percorso lo teniamo per noi. In un novembre luminoso e mite, quando tutto era chiuso e si passava da 30 spettatori a 5 e poi ancora a 30 in questa giostra dei cambiamenti, noi eravamo in scena. Ma quello che ci preme dire non è la soddisfazione di una riuscita, ma l’incalcolabile calore umano che ci è stato donato da quegli spettatori (e alcuni di voi erano presenti) che accettando i controlli, la mascherina, le difficoltà logistiche sono venuti perché, nei momenti di incertezze e paure, il teatro può essere ancora un modo di stare assieme, di raccogliersi per cercare un proprio nutrimento.
Non vi ringrazieremo mai abbastanza per questo.
Perciò ora, guardando il divenire, non sappiamo bene cosa dire, non abbiamo una bella lista di progetti, di viaggi, di laboratori, di avventure. L’unica avventura che ci siamo concessi è quella di resistere e di rispondere degnamente al significato della parola re-cordari, ossia “passare ancora dal cuore”.
Nella misura delle vostre possibilità e delle vostre preoccupazioni, aiutateci a farlo.
Con cordialità e gratitudine,
Teatro delle Radici