Altri viaggi

Tradizione e continuità nelle opere alla King’s Gallery

Da “Queen” a “King” dopo l’incoronazione di Carlo III, la King’s Gallery nell’ala Sud del complesso di Buckingham Palace a Londra ha una storia affascinante. Che risale al 1962, quando fu aperta per la prima volta durante il regno di Elisabetta II. Ma la sua evoluzione è stata segnata da un importante progetto di ristrutturazione all’inizio del XXI secolo, che ha triplicato lo spazio espositivo e aggiunto un elegante portico d’ingresso dorico. Oggi, la galleria ospita circa 450 opere e spazia dai dipinti a olio alle fotografie. Dalle arti decorative ai mobili preziosi. La Collezione Reale ha origini che risalgono a Carlo II Stuart nel XVII secolo e comprende una varietà notevole di opere d’arte. Tra questi, i dipinti di maestri come Michelangelo Buonarroti, Antoon van Dyck e Hans Holbein il Giovane, oltre a preziose porcellane di Sèvres e creazioni di Pierre-Karl Fabergé.

Un luogo suggestivo della King’s Gallery è la sua sezione dedicata alla fotografia reale. In effetti, ripercorre anche la storia della fotografia. Qui, le immagini storiche si intrecciano con ritratti contemporanei, offrendo uno sguardo intimo sulla famiglia reale attraverso le generazioni. Dai primi del Novecento ad oggi. Le opere di fotografi come Cecil Beaton e Nadav Kander catturano non solo l’immagine dei reali, ma anche lo spirito dei tempi in cui sono state scattate. Ad esempio, il ritratto di Beaton di Elizabeth Bowes-Lyon (la “Regina Madre”), moglie di re Giorgio VI, nel 1939, non è solo una fotografia. Ma un documento storico che testimonia moda ed estetica di una Gran Bretagna all’orlo della guerra. La galleria esplora anche le intersezioni tra arte classica e contemporanea. È il caso della reinterpretazione di Andy Warhol del ritratto ufficiale di Elisabetta, originariamente scattato da Peter Grugeon. Opera, parte della serie “Reigning Queens”.

La galleria organizza anche mostre tematiche che mettono in luce diversi aspetti della collezione, offrendo una prospettiva sempre nuova sul patrimonio artistico della corona britannica. Le esposizioni cambiano regolarmente, con circa tre mostre principali all’anno. L’idea di base è quella di raccontare e riflettere la storia di una istituzione in continua evoluzione, riflettendo i cambiamenti sociali, culturali e tecnologici nei decenni. Si pasa dal ritratto formale vittoriano e spento, alle interpretazioni moderne e colorate, in un continuo dialogo tra tradizione e innovazione. Il tutto in un clima solenne – non si dimentichi che Buckingham Palace è grande ufficio, oltre che residenza. Il fatto che la galleria sia attaccata al palazzo potrebbe anche essere visto come il tentativo della monarchia di rimanere accessibile nel XXI secolo. Lo testimoniano le code lunghe ore per entrare nell’iconica reggia.

Dal primo novembre 2024, la King’s Gallery ospiterà la mostra “Drawing the Italian Renaissance”. Che riunirà la più ampia gamma di disegni di questo periodo artistico rivoluzionario mai esposta nel Regno Unito. La mostra, curata da Martin Clayton, presenterà circa 160 opere di oltre 80 artisti. Tra essi, si annoverano Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Tiziano, tutte provenienti dalla Royal Collection – di questi artisti si possono mirare lavori importanti anche alla National Gallery, tra cui “Vergine delle Rocce”, “Ritratto di Giulio II” e “Ritratto di Gerolamo Barbarigo”, rispettivamente. Si tratta di una opportunità di ammirare da vicino una vasta selezione di disegni rinascimentali, esplorando la diversità e la maestria del disegno in Italia tra il XV e il XVII secolo. Ma la mostra metterà in luce anche artisti meno noti al grande pubblico, come Paolo Farinati e Bartolomeo Passarotti.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

In cima