La raccolta poetica Y. del poeta svizzero di lingua francese, Pierre Voélin, pubblicata presso le edizioni Fata Morgana (F) nel recente febbraio 2024, è stata presentata alcuni giorni fa alla Librairie Albert Le Grand, a Fribourg. Le poesie citate in questo testo sono tratte dalla traduzione inedita di Grazia Bernasconi-Romano.
Y. Titolo enigmatico, che suggerisce un nome di luce, di miele e di latte (perifrasi multipla e metaforica del primo esergo) ma anche di promesse (poesia XI), mai svelato.
Come non pensare a ritroso a Y…seult (Isotta) prima che la figura femminile evocata dalla lettera si celi o si veli di nuovo dietro l’apparire di Beatrice, in filigrana nei versi danteschi, spiraglio aperto dal secondo esergo?
L’io poetico, Amoroso (poesia I), che apre la farandola delle ventun poesie concatenandosi immediatamente a amorosa (poesia II), dà il la non a una fin’ amor, né a una quête di amore divino, ma a un sentimento concretamente pieno e reciproco con il tu femminile poetico. Infatti, un particolare blasone della donna amata si sgranerà lungo tutta la raccolta evocando parti fisiche femminili anche meno frequenti in poesia: vita, petto, capo, fronte, labbra, seni, palpebra, ginocchia, mani, occhi, cuore, polsi, caviglie, pupille, ombra, corpo, … E da un testo all’altro, gestualità e sentimenti inanellati, delineano progressivamente la storiografia amorosa tra il poeta e la vergine (poesia VI), poi giovinetta (poesia VIII) e, infine, beneamata (poesia XVI) e donna (poesia XXI). Ed ecco il lessico, a tratti ridondante, che tutto ciò configura: sguardo, dolcezza, riso, respiro, lacrime, baci, passi, carezze, nuda, piaghe, pianto, … Mentre, assecondando una virtuosa alchimia retorica, fisicità e sentimenti s’intrecciano agli elementi della natura, la quale, esente da ogni preoccupazione moderna architettonica, ecologica o tecnologica, evoca una terra incontaminata, quella in cui il poeta, alla stregua di Ulisse, incontra la sua Nausicaa attorniata da lavandaie:
Una natura che non è più quella delle prime raccolte voéliniane, antropomorfa e apocalittica nel con-patire la violenza umana. Ora, il poeta sembra scegliere, in quella stessa natura, elementi e luoghi ameni che contribuiscano a intrecciare, ricamare, ridisegnare e reinventare una umana relazione amorosa di coppia – come tradizione vuole – non esente da dolore.
Radicando la sua poesia nei grandi drammi umani del XX secolo – essendosi fatto raccoglitore del pensiero e delle tragiche vicissitudini del poeta russo Ossip Mandelstam (in seguito anche del vissuto di tanti altri poeti e poetesse di ogni origine, ai quali dedica molti testi) – Pierre Voélin aveva fin qui scandito tutta la sua opera attorno alla memoria del verbo che, pietrificato, ammutolito, seppellito dalla disumanità dei simili e mortali andava, e va, con fatica riportato alla luce, alla voce. Basti percorrere le sue raccolte dai titoli significativi, tra le quali:
Lierres
Sur la mort brève (*)
De la lumière et d’autres pas
Les bois calmés (**)
Des voix dans l’autre langue (***)
Capiremo così come questa breve raccolta, Y., costituisca una piccola nicchia, nella quale il poeta Pierre Voélin si concede una fuga, non proprio ronsardiana, trapuntando di incognite un amore apparentemente plastico.
E non certo in ultima analisi, ma questa figura femminile poliedrica e che a tratti dà l’impressione di uscire da un immaginario meraviglioso – molteplici sono i richiami alle favole, alla narratrice, all’infanzia – pare ricondurre il lettore, comunque e sottilmente, alla Poesia stessa, alla Parola di Poesia, colei alla quale, in tutta la sua lunga ed elaborata creatività, Voélin ha cercato da sempre di ridar fiato:
(*) Vedi traduzione italiana di Grazia Bernasconi-Romano: Pierre Voélin, Sulla morte breve, ed. G. Casagrande, Lugano, 2006. Per un approfondimento v. anche Voyage d’une œuvre poétique… suisse, in L’Osservatore, “Balades Littéraires“.
(**) Vedi estratti in traduzione italiana di G. B.-R. in Samgha, 7 dicembre 2015.
(***) Traduzione italiana inedita di G. B.-R. Vedi estratti in Cenobio, gennaio-marzo 2020 e in Fluire 7, settembre-ottobre 2021.
Grazia Bernasconi-Romano