Mostra

Treni fra arte grafica design

Gotthard Express pullman I. & II. Klasse Basel – Mailand, 1927. Cromolitografia. 
Prestito FSS Historic Foto © FSS Historic

Non solo una mostra, quella presentata oggi dalla direttrice del m.a.x. Museo e Spazio Officina, Nicoletta Ossanna Cavadini, ma un articolata serie di programmi che s’inseriscono nel tema guida Genesi. Ne fa parte il ciclo espositivo dedicato ai trasporti, dopo l’auto, il treno, e si continuerà con bicicletta, moto, aerei… Trasporti, comunicazioni, frontiere… Centrali per una città come Chiasso, nello snodo Nord Sud. Treni, fra arte, grafica e design è frutto di diverse collaborazioni con istituzioni museali, collezionisti svizzeri e internazionali, si estenderà logisticamente in vari luoghi, anche se il suo cuore pulsante sarà il m.a.x., e proposte interdisciplinari che si svolgeranno fino al 2022 inoltrato. Le prospettive tematiche evidentemente sono complesse, non solo arte, ma sociologia, tecnologia, passato e futuro. Più di 300 elementi, si snodano nelle quattro sale con uno sviluppo cronologico, dalla fine dell’800 alla seconda metà del ‘900. Ad accogliere sulla terrazza le sagome dell’allestimento Hominidi, Homini, Homo, curato da The Boga Foundation. All’interno, troviamo oggetti e modellini arrivati dalla fondazione storica delle ferrovie svizzere di Windisch e dalla Galleria Baumgartner di Mendrisio, specializzata in ferromodellismo. Importante il progetto integrato con il Museo Nazionale Ferroviario di Petrarsa, Napoli-Portici (che come si sa fu la prima tratta ferroviaria italiana realizzata dai Borboni). Questo Museo (che ospiterà la mostra chiassese dal 22 maggio) è gestito dalla Fondazione FS italiane che possiede un parco di rotabili storici, 400 pezzi, fondi archivistici e bibliotecari, oltre ai musei di Pietrarsa e di Trieste Campo Marzio.

Treno vuol dire anche design, appunto, arredamento, particolari molto curati nei convogli destinati al turismo di lusso, dalle stoviglie alle decorazioni, intagli, vetri Lalique, abat-jour, sedili come poltrone; e gli strumenti tecnici come le lampade di segnalazione, gli oliatori dei ferrovieri; le insegne, loghi, medaglie, i biglietti (si ammira uno dei pochi mobili che ancora li contiene, questi storici rettangolini di cartone). In scala c’è la prima locomotiva svizzera, la Limmat 1847, esposta nella vetrina come attrazione.

Giacomo Balla, Forze di paesaggio + cocomero, 1917-18. Fondazione per l’Istituto Svizzero di Roma Immagine © Archivio Elena Gigli, Roma

I pezzi forti sono costituiti però dalle opere dei Futuristi che come si sa ebbero una predilezione anche fonica per questo mezzo di velocità, ritmo e suoni, Balla, Boccioni, Depero, Marinetti. E i manifesti (a firma di Chiattone, Metlicovitz, Augusto Giacometti o Dalì) con rarissimi bozzetti che erano dei veri e propri dipinti, non semplici schizzi. Raffinati soprattutto all’inizio anche se avevano una funzione pratica, abbinata agli orari. Ma univano bellezza, fascino romantico, suggestioni di figure femminili o la visione dimostrativa delle abilità ingegneristiche (nei ponti ad esempio), la funzionalità turistica e la cultura dei luoghi come richiamo. Il treno che portava nel cuore delle città d’arte. Nel tempo diventano sempre più standardizzati. Una sezione della Biennale dell’immagine propone cartoline e fotografie storiche “per evidenziare il ruolo svolto da Chiasso nel settore del trasporto – di persone e merci – su strada ferrata”. Insegne, brochure, anche queste, un tempo, piccoli elaborati di raffinatezza artistica. Si potranno visionare anche filmati storici.

Il catalogo sarà presentato l’8 novembre.

Si prolunga la mostra alla stazione di Chiasso, Area Rampa, con carrozze storiche sui binari morti, provenienti da musei svizzeri e italiani e presenti durante tre weekend all’interno del periodo espositivo.

Completano l’iniziativa conferenze pubbliche, un convegno internazionale (il 26 novembre: La ferrovia modernità di un sistema trasportistico). La presentazione della monografia Ferrovia della collana Le voci del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, visite guidate, momenti per famiglie, genitori, bambini, nonni, laboratori didattici, un concorso; in collaborazione con il Cinema Teatro: uno spettacolo di danza e una rassegna cinematografica, in tema evidentemente, giornate di approfondimento con itinerari e viaggi organizzati (anche uno a Petrarsa, in giugno).

Seguiranno altre esposizioni: Sui binari della moda. Progetti di concorso per il nuovo centro professionale tessile CPT Chiasso (Spazio Officina, 21/11-5/12); Vito Noto. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee (m.a.x. Museo, 8/5-25/9 2022); Le stanze dell’arte / Premio giovani artisti. Genesi creativa (Spazio Officina, 20/2-13/3); Mario Comensoli (1922-1923), gli uomini in blu (Spazio Officina, 29/5-24/7).

La mostra, curata da Oreste Orvitti e Nicoletta Ossanna Cavadini, sarà inaugurata sabato 9 ottobre (Cinema Teatro di Chiasso, ore 16). Apertura dal 10 ottobre fino al 24 aprile 2022.

Manuela Camponovo

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