“Tutti scrittori!”, 80 consigli per “difendersi” dai corsi di scrittura creativa
Scrittori si nasce o si diventa? È questo l’interrogativo alla base del nuovo pamphlet di Manuela Mazzi, pubblicato da Prospero editore nella collana di saggistica divulgativa Scripta. Più che un trattato specialistico, Tutti scrittori! Come difendersi dai corsi di scrittura creativa è un sunto di varie esperienze da cui l’autrice ha tratto “lezioni” utili per valorizzare i consigli ricevuti e per giostrarsi nelle dinamiche di gruppo che vengono a crearsi in ogni realtà formativa. Il saggio si rivolge infatti sia agli aspiranti frequentatori di “scrittura creativa” sia a tutti coloro che si mettono in gioco durante i corsi di formazione, che siano artistici, sportivi, o anche semplicemente professionali. È destinato dunque a chi si trova a fare i conti sì con l’apprendimento di un’arte ma anche con una molteplicità di dinamiche di gruppo che a volte fanno perdere l’occasione di crescita.
Le ottanta schede, di circa due pagine l’una, di questo saggio divulgativo racchiudono il sunto di esperienze maturate negli ultimi sette anni dall’autrice in qualità di allieva. Ogni capitoletto conta un titolo che gioca su alcune ambiguità, una citazione – di autori, artisti o filosofi – in tema, e a volte contradditoria rispetto al contenuto del testo, un testo generico e la parte finale con l’esperienza diretta dell’autrice. Centrale è, ad esempio, il capitoletto dedicato a chi sostiene l’impossibilità di insegnare la “scrittura creativa” (Non sai cosa puoi imparare, fino a quando non te lo insegnano), in cui si riprende una massima di Epitteto (È impossibile per un uomo imparare ciò che crede di sapere già). Manuela Mazzi, da un lato sostiene che «non si può sapere che cosa non si sa, fin quando qualcuno non te lo insegna», e dall’altro afferma che «la maggior parte di chi contesta l’esistenza delle scuole di scrittura […] non ne ha mai frequentata una: e quindi non sa di che parla». Nasce da qui l’idea di Tutti scrittori!, una sorta di manualetto tanto serio quanto ironico, e a tratti sarcastico, dove non si rispariamo critiche anche agli stessi docenti di scrittura. «Ci ho investito una gran dose di spietata sfacciataggine» afferma l’autrice, aggiungendo che il saggio «non è una sviolinata dei corsi che ho frequentato, anzi, mi auguro di essere riuscita ad inserire anche critiche costruttive».
Manuela Mazzi, nata a Locarno nel 1971, non è una formatrice, non è una sociologa, non è una pedagoga, ma è un’allieva, prima che di scuole di scrittura, di arti marziali. Giornalista caposettore da vent’anni presso Azione, settimanale ticinese di approfondimento, ha pubblicato a inizio 2021 il romanzo Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta, pubblicato da Laurana editore.